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Ormai ne sono convinto, dopo 10 anni passati qui a Bukavu. Per i Bashi della nostra parrocchia di Panzi cantare è lo sport preferito!

Tante cose mi sono rimaste impresse in questa Pasqua 2019: i 320 neobattezzati, la folla alla notte della veglia, la grande volontà di fare del bene. Ogni gruppo, dai piccoli ai grandi, ha fatto le sue visite agli ammalati degli ospedali, o anche solo nei quartieri di Panzi, per portare zucchero, sapone e riso agli anziani.
Per la domenica delle palme, la chiesa era strapiena di bambini con tante palme in mano agitate incessantemente. Saranno stati tremila! Mai visti così tanti a Panzi. Dopo aver celebrato assieme l’Eucarestia, è arrivata la pioggia e quindi siamo rimasti tutti in chiesa a cantare e a danzare con le nostre palme: un’ora di lode, esaltazione e gioia.

Era proprio bello sentire inneggiare tremila bambini, ragazzi, adolescenti e ragazze che agitavano le palme e danzavano assieme al ritmo del canto. Talmente bello che nessuno, finita la pioggia, voleva andar via per fare spazio ai giovani che venivano per la quarta celebrazione. Sono nati per cantare! In parrocchia abbiamo 28 cori, il che significa ben 750-800 cantori che fanno regolarmente le loro prove, la mattina presto, prima di andare a scuola o al mercato. Qui è ancora tutto orale, non abbiamo un libretto di canti. Ogni comunità di quartiere ha il suo coro di adulti e bambini. E poi il coro in swahili o in mashi, la lingua locale. E ancora ogni gruppo di preghiera ha il suo: Rinnovamento, Movimento Mariano, Apostolato della coppia e della famiglia...

Era normale, quindi, celebrare l’Eucarestia di Pasqua... cantata. Solo due minuti di omelia e il resto è stato gloria al Cristo Risorto e lode al Padre che ha trasformato la morte in vita in Gesù e in noi.



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