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Con queste parole, si apre una poesia di Giosuè Carducci (Rime nuove) che non è tanto famosa come altre sue composizioni, ma che esprime i sentimenti del cuore all’arrivo di questo quinto mese dell’anno.

Il tempo corre e siamo, ormai, quasi alla metà del 2021. Abbiamo trascorso i primi quattro mesi in lockdown, quasi trattenendo il respiro e attendendo il futuro, ma ora speriamo e sentiamo che questo mese di maggio è carico di speranza, freschezza e novità. È un mese a tutti caro perché è il tempo della primavera ormai affermata. In maggio, i giardini si riempiono di fiori e, anche se il freddo inverno può portare qualche brusca sorpresa, ormai si profila all’orizzonte la stagione dell’estate con la previsione delle vacanze.

Per noi cristiani, maggio è il mese dedicato alla Madonna, alla devozione per la Madre di Dio, una stagione che segue quella della quaresima e della Pasqua e che è caratterizzata dalla recita comunitaria del rosario. È il mese delle rose da offrire a nostra Madre, Santa Maria, Regina degli apostoli. In questo mese si vedono gruppi di fedeli che volentieri si raccolgono nelle case, nei quartieri delle città o nei cortili delle cascine … per pregare insieme il rosario. Maggio è un mese che alimenta la devozione alla Madonna e raduna i fedeli attorno alla loro Madre.

Noi vogliamo sperare che sia anche il mese della ripresa progressiva della vita normale, dopo che questa speranza è stata alimentata e consolidata grazie alla campagna di vaccinazione di massa, programmata e già in parte messa in atto per chiudere questa lunga stagione della pandemia con i suoi lockdown, le sue speranze frustrate e le sue lunghe chiusure. Il Covid-19 ha prodotto una pesante crisi sanitaria, educativa, sociale e umana, che forse sta per concludersi. Essa è stata lunga e difficile da vivere.

Anche la vita ecclesiale ne ha risentito per quanto, almeno quest’anno, abbiamo potuto celebrare le festività pasquali anche se con i limiti e le riduzioni imposte dalla necessaria prudenza. Ma Pasqua ci ha aiutato ad alimentare la speranza che tutta la fatica e la sofferenza che abbiamo vissuto non sarà stata senza frutto. C’è una raccomandazione nella Sacra Scrittura che mi pare molto opportuna in questo momento, anche perché è stata scritta per una comunità cristiana che correva il rischio di ricadere nella paura e nella sfiducia: “Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso” (Ebrei 10,35-36).

Appoggiandoci su questa fiducia, noi missionari saveriani abbiamo continuato a svolgere quel poco che potevamo e ora ci rendiamo conto che quel che siamo riusciti a fare non è stato poco. Alle celebrazioni feriali, e soprattutto festive della nostra comunità, c’erano sempre dei gruppi di fedeli. Abbiamo svolto il nostro ministero pastorale nelle parrocchie che ci hanno chiamato a dare una mano; abbiamo accolto gente che chiedevano i sacramenti o, semplicemente, di parlare con noi… Insomma, entriamo in questo mese di maggio con il cuore pieno di riconoscenza e pronti a continuare e a incrementare il nostro servizio. Questa è la nostra gioia.



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