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La grande esperienza di… conoscere e seguire Gesù

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Ben prima dell’arrivo del Coronavirus, ho avuto la grazia di partecipare, per il secondo anno consecutivo, al cammino di Santiago di Compostela. Ero in compagnia di Antonio, portoghese, Andre, angolano (entrambi missionari dello Spirito Santo) e del saveriano indonesiano Robertus Kardi. Di quattro continenti diversi, eravamo uniti dal desiderio di camminare fino alla tomba dell’apostolo Santiago, ascoltando il racconto della chiamata alla missione di ciascuno, condividendo la preghiera e lasciando spazio a Gesù.

Uno dei tratti caratteristici del cammino è quello di conoscere nuove persone. Infatti, si incontrano molti pellegrini che ti salutano. Ma bisogna essere aperti alla conoscenza. Lo stesso accade nella vita di tutti i giorni. Incontriamo persone e opportunità e possiamo scegliere di ignorarle. Spesso sono ben “in vista”, ma non siamo pronti a “riconoscerle”. Il cammino mi ha lasciato l’insegnamento di essere più attento ai “pellegrini della vita” e alle opportunità che mi circondano.

Un'altra caratteristica rilevante del cammino è il peso e le dimensioni del proprio zaino. Tutti ne hanno uno. Ma la tipologia fa la differenza. Viaggiare più leggeri ti permette di arrivare alla fine della strada con meno pesi e meno affanni. E ti aiuta a prendere decisioni migliori lungo la strada.
Ma, come dicevo all'inizio, il mio desiderio era di fare il cammino in chiave missionaria. Devo dire che ci sono riuscito. La gioia di poter condividere la strada con i miei fratelli missionari supera i limiti fisici. È stata per me un’opportunità poter pensare alla mia vita, aprirmi alla novità, apprezzare ciò che ho e ciò che sono. Penso profondamente a tutto ciò che ho ricevuto in questa esperienza unica, bella, spirituale e trascendente. 

Il cammino ha confermato ciò che sentivo da bambino: Dio ci ama e si prende cura di noi col suo amore folle. Lo fa sempre! Il mio desiderio è che tutti ci lasciamo stupire da Gesù, senza schemi o paure. In quei giorni, l’ho sentito vicino, paziente, pronto ad ascoltarci, ad aiutarci a capire le cose difficili. 
I miei amici missionari in cammino mi hanno aiutato a capire quanto sia bella la diversità nella chiesa. L'importante è camminare insieme. Abbiamo vissuto dei bei momenti. Mi ricordo con gioia quando, dopo aver fatto tanti chilometri, nel pomeriggio ci incontravamo per pregare e condividere la giornata. Mi piaceva contemplare i loro volti pieni di vita e speranza, segno che Gesù aveva viaggiato attraverso i loro cuori.

Sono tornato alla mia vita quotidiana con nuova voglia di continuare a essere strumento di Dio per i pellegrini che incontrerò lungo il cammino. Infatti, l'esperienza di sentirmi amato, accompagnato e ascoltato da Dio mi porta a rendere grazie e a desiderare di essere migliore ogni giorno. Trovare, conoscere e seguire Gesù è stata la migliore esperienza missionaria che abbia mai fatto. Mi ha aperto a una vita intensa, appassionante e piena di gioia. La sua missione è la mia ragione di vita.



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