RD Congo: Movimento M23 annuncia di ritirarsi ma, con l'appoggio del Ruanda, ......
IL MOVIMENTO DEL 23 MARZO (M23) ANNUNCIA DI RITIRARSI, MA CONSOLIDA LE SUE POSIZIONI CON L’APPOGGIO DEL RUANDA
Un rapporto dell'ONU denuncia l'appoggio del Ruanda all'M23 - Il 10 dicembre, nel suo discorso sulla situazione della nazione pronunciato davanti alle due camere del parlamento congolese riunite in congresso, il presidente congolese Félix Tshisekedi ha denunciato le “tendenze espansionistiche del Ruanda”, nuovamente accusato di appoggiare il Movimento del 23 marzo (M23). «Nel 2022 abbiamo assistito alla rinascita delle tendenze espansionistiche del Ruanda sotto la copertura dell’M23», ha egli dichiarato, aggiungendo che «la Repubblica Democratica del Congo (RDC) è vittima di un’aggressione inequivocabile da parte del Ruanda».
Il 16 dicembre, a Washington (Stati Uniti), in occasione del vertice Stati Uniti – Africa, il presidente ruandese Paul Kagame ha dichiarato che il conflitto nell’est della RDC non dovrebbe essere imputato al suo Paese perché, secondo lui, il conflitto tra l’M23 e l’esercito congolese è piuttosto il risultato dell’incapacità di Kinshasa di risolvere i suoi annosi problemi interni riguardanti i Congolesi di origine ruandese.
Egli ha aggiunto che l’M23 è nato dall’incapacità del governo congolese di risolvere i problemi dei congolesi di lingua kinyaruanda. In questo contesto, ha respinto ogni suo legame con le azioni dell’M23: «Non posso essere ritenuto responsabile delle azioni compiute da Congolesi di origine ruandese a cui vengono negati i loro diritti».
Secondo un rapporto di esperti delle Nazioni Unite, non ancora pubblicato ma già consultato da diverse agenzie di stampa, l’esercito ruandese ha effettuato operazioni militari nell’est della Repubblica Democratica del Congo e ha fornito “armi, munizioni e uniformi” al Movimento del 23 marzo (M23). In tale documento, già trasmesso al Consiglio di Sicurezza, gli esperti affermano di aver raccolto “prove sostanziali” che dimostrano “l’intervento diretto, tra novembre 2021 e ottobre 2022, dell’esercito ruandese sul territorio congolese”.
Secondo il gruppo di esperti, l’esercito ruandese avrebbe effettuato queste operazioni militari per “rafforzare l’M23” e “combattere contro le Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda (FDLR)”, un gruppo armato a maggioranza hutu, composto anche da alcuni responsabili del genocidio del 1994 in Ruanda.
L’esistenza di questa milizia, presentata da Kigali come una minaccia permanente, è sempre stato il pretesto dei passati interventi militari ruandesi in territorio congolese. Secondo quest’ultimo rapporto e come già accennato in un rapporto confidenziale del mese di luglio scorso, l’esercito ruandese ha “fornito rinforzi di truppe all’M23, per operazioni specifiche, in particolare quando queste miravano all’occupazione di città e zone strategiche”.
Gli esperti dell’ONU sottolineano anche il ruolo, non solo del Ruanda, ma anche dell’Uganda nei confronti dell’M23. Secondo loro, Kampala ha permesso che l’M23 attraversasse liberamente la frontiera ugandese con la RDC. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, nel mese di giugno 2022, per conquistare la città tran frontaliera di Bunagana, i miliziani dell’M23 sono passati “senza incontrare ostacoli”, attraverso il territorio ugandese.
Il rapporto descrive inoltre dettagliatamente come, dal mese di maggio 2022, i gruppi armati del Nord Kivu, tra cui le FDLR, abbiano collaborato con l’esercito congolese, avendone ricevuto un appoggio materiale. Alcuni capi di gruppi armati, combattenti ed ex combattenti hanno confermato agli esperti delle Nazioni Unite di aver combattuto, da soli o insieme alle FARDC, contro le truppe dell’M23 appoggiate dall’esercito ruandese e di aver ricevuto, in diverse occasioni, armi e munizioni da membri dell’esercito congolese. Questa collaborazione tra l’esercito congolese i gruppi armati locali e le FDLR è da mesi denunciata da Kigali e dall’M23 ed è usata dallo stesso M23 come giustificazione della sua presenza nel Nord Kivu.