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P. Pietro Rinaldi è il nuovo rettore della comunità saveriana di San Pietro in Vincoli. Si presenta a tutti i lettori.

Wa Mulume, Lukeka Lw’a Muzongu! L’uomo è come un rametto della pianta di Manioca, arbusto generoso che sfama l’Africa e di cui si mangiano foglie e tuberi. Dove cade, senza tante cure, mette radici e fa frutti! Quindi, l’uomo, ovunque si troverà, dev’essere a suo agio e portare frutti indipendentemente dalla sua terra d’origine.

È un proverbio che ho imparato dal popolo Lega in Congo RD dove sono stato missionario dal 2005 al 2018. La saggezza Lega mi ha aiutato molto a sviluppare la mia vocazione missionaria, fatta di dono di amore, sacrificio e tante attese. In questo periodo, sto coniugando il verbo “attendere”. Sto aspettando che il Signore, passando dai superiori, mi riporti in Congo dove ho le mie radici.

Mi chiamo p. Pietro Rinaldi e sono nato in un paesino della bella provincia di Lucca. Dopo la prima formazione e i primi voti religiosi, ho lasciato l’Italia per il Camerun, per iniziare la formazione teologica in vista del sacerdozio. Poi, sono stato inviato in Congo per la missione e là ho scoperto quel magnifico popolo. Ho potuto imparare due delle quattro lingue nazionali, vivendo nell’est del Paese, a Bukavu, e poi all’altro opposto, nella capitale Kinshasa, megalopoli di circa 15 milioni di abitanti.

È impossibile non amare i congolesi, la loro gioia nonostante la sofferenza, l’entusiasmo nella fede, la saggezza, l’accoglienza e la fraternità. La mia esperienza in Congo è stata bellissima, con tante difficoltà, spesso non dovute al popolo congolese che, al contrario, mi ha guidato per mano per farsi conoscere. 
Santa Madre Teresa di Calcutta dirà: “Finché avrò fiato darò tutto per la Carità”. Oggi, io dico parlando di me che “fino a che avrò fiato sarò missionario”, ovunque, ma in particolare in terra di missione.

Ho vissuto questi due anni difficili di chiusure e paure nella comunità saveriana di Tavernerio. Ringrazio i confratelli e tutte le persone che mi hanno accolto fraternamente. 
Ora mi hanno chiesto di trasferirmi a S. Pietro in Vincoli per una nuova esperienza di servizio fraterno e di missione. Spero di essere come quel rametto di manioca che dove cade mette radici e porta frutto. Spero di poter imparare molto dalla bella gente della Romagna e insieme vivere guidati da Gesù che ci vuole “fratelli tutti”, secondo anche l’ideale saveriano di fare del mondo una sola famiglia.



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