Parliamo un po’del 4° piano di questa nostra Casa Madre dei Missionari Saveriani di Parma. Parliamo dei confratelli Saveriani che accoglie e che accompagna amorevolmente nel cammino della loro sofferenza. Parliamo di questo 4° piano ritenuto da tanti nostri confratelli come essere il luogo in cui vi si gioca l’ultimo carta di una intensa vita missionaria.
Ma é proprio così?
Sì, é proprio così perché ogni confratello, che si trova attualmente qui al 4° piano, ha la sua storia, Ognuno di loro ha scritto pagine uniche ed impegnative della storia delle missioni di questo nostro Istituto Saveriano.
Storie personali, che messe insieme, mostrano la faccia del mondo intero e sopratutto quella delle nazioni dove essi hanno donato gli anni più belli della loro vita impegnandosi per “la missione”.
Storie che che ci mostrano volti e culture molto differenti che vanno dall’Amazzonia e Brasile, passando dalla Cina, Giappone, Bangladesh e toccando l’Africa con la Repubblica Democratica del Congo, il Burundi, il Sierra Leone e il Camerun.
Tantissime vite, dunque, di confratelli che proprio qui in questo 4° piano, nel mezzo delle loro sofferenze fisiche riprendono consistenza e attualità nei tantissimi loro ricordi. E’ bello sentirli parlare questi nostri confratelli, sentire raccontare alla loro maniera a volte fatta di silenzi e anche di monosillabe, le loro epiche storie, i loro sogni, ma soprattutto ciò che sono stati ed hanno fatto. In quei momenti vedo i loro occhi risplendere, riempirsi di una luminosa e intensa gioia, capace anche di non far caso alle difficoltà di potersi esprimere e dare così modo di manifestare tutto ciò che serbano dentro i loro cuori.
Non è possibile parlare di questo IV° piano senza menzionare quella ferita, molto profonda, creatasi con la presenza del Covid e che inesorabilmente si è portato via diversi confratelli. Non possiamo dimenticare quei giorni molto dolorosi e che ci è molto difficile a saper superare. Ancora ne sentiamo le conseguenze. Nonostante le dovute vaccinazioni, le varianti del Covid continuano di tanto in tanto a far capolino tra noi e a rimetterci in questione con quarantene e isolamenti per ricordarci che non è ancora finito. La mascherina continua ad accompagnarci e a ripeterci di stare in guardia e di prendere tutte le dovute precauzioni.
Ma come passiamo oggi la nostra giornata qui al IV piano ?
“Non siamo soli, siamo in buone mani con tante persone che ci vogliono bene, e che si prendono amorevolmente cura di noi” mi ripeteva un mio confratello., qualche giorno fa .
Ed un altro mi aggiungeva: “La giornata è abbastanza piena, costellata da diverse terapie e attività, che hanno una sola e comune prospettiva quella di aiutare i confratelli a viverla il meglio possibile. Si tratta di terapie mediche, intellettuali, motorie e religiose, che, coinvolgono, non solo il paziente e la Cooperativa Aurora Domus, ma che hanno bisogno anche di tante altre diverse persone, che liberamente e amorevolmente mettono alla loro disposizione delle ore della giornata per poter star loro accanto con tante altre diverse attività, cosiddette “d’accompagnamento”.
Ricordiamole queste persone che amorevolmente non solo compiono coscientemente e professionalmente il loro dovere di assistenza medica e infermieristica, ma sanno dare anche il loro affetto fatto di tanti gesti e soprattutto di tantissima pazienza. Tante volte, al mattino, quanto rientro in reparto, domandando loro com'è andata la notte, sento sempre la solite risposte: “abbastanza calma, ma con qualche problema…” oppure, “Poteva andare meglio, ho dovuto correre tutta la notte… sono anche stanca…ma la pazienza e il sorriso non mi mancano...”
Vorrei ricordarle una per una, e dire loro un grande grazie. Non é facile occuparsi di persone anziane. E le difficoltà aumentano in modo tutto particolare allorché si ha a che fare con persone, come questi nostri confratelli del IV° piano, che hanno avuto una vita missionaria molto attiva e soprattutto molto intensa, vivendo altre culture. Rimango estasiato nel vedere come sia il gruppo della Cooperativa come anche quello dei Volontari e i nostri Studenti Teologi Saveriani abbiano trovato con loro quel filo rosso di una reciproca e straordinaria intesa. L’anziano ha bisogno di essere ascoltato, ma anche di essere coccolato e capito.
La giornata comincia molto presto, qui al 4° piano con la preghiera comunitaria. Ecco quanto è emerso nei diversi momenti comunitari di condivisione che abbiamo nella settimana. Ecco ciò che ho potuto annotare.
“Alle sei e trenta il personale infermieristico mi ha già messo in ordine su quella carrozzella, diventatami come mio sostegno, e sono già pronto per recarmi in cappella per la recita delle Lodi mattutine.”
“Questo momento mattutino mi ritempra e mi da forza. Sento che ritempra e dà forza al mio fisico . Mi risveglia e mi spinge, soprattutto, a mettermi personalmente in gioco anche con il mio handicap.”
“Ma, debbo dire però, che il momento più bello, è quello della celebrazione dell’Eucarestia. E’ l’appuntamento delle 10,20 di ogni mattino. Sento in quel momento il cuore battermi forte. Mi sento presente con tutta la mia vita, con tutto ciò che ho potuto compiere, soprattutto nella mia cara missione, che mi si presenta con i suoi tanti ricordi. E mi rivedo allora, come d’incanto, i volti di tutte quelle persone, confratelli e cristiani, con cui ho vissuto e condiviso le gioe e le pene degli anni più belli della mia vita”.
“E poi, eccolo ogni giovedì con l’Adorazione al SS.mo Sacramento. E’ nella nostra tradizione saveriana una delle pratiche di preghiera più importanti. “E’ il momento in cui anch’io di questo IV° piano, mi sento unito a tutta la mia famiglia Saveriana. Sono queste preghiere Saveriane a riempirmi il cuore di tanta gioia e ad aprirmi all’incanto del mondo intero. E’ un momento in cui mi sento unito a tutti i miei confratelli sparsi nel mondo, ricordo tutti i benefattori della nostra famiglia, affido al Signore Gesù la mia perseveranza personale e il mio grido costante e affannoso di nuove vocazioni.”
“Davanti a Gesù Eucarestia mi sento allora sempre più missionario che mai, artefice con lui della salvezza. E in questo momento d’intimità profonda il mio cuore si riempie di gioia e di tanta speranza”
E ogni nostra giornata si conclude sempre nella nostra cappella con la preghiera del vespro e la recita del Santo Rosario, come per implorarla e ripeterle “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.“
Oltre alla preghiera, che ha avuto sempre il suo posto primario e privilegiato, la giornata è piena di tante altre diverse attività che mirano a far tenere sveglie le facoltà mentali e motorie dei nostri confratelli. Questo servizio ci ha spinto alla ricerca e al coinvolgimento di più persone, privilegiando in modo particolare della presenza dei nostri studenti teologi, delle donne del laicato missionarie capeggiate da Giovanna Vettori, ed di altre persone, che alla chetichella. ci donano la loro affettuosa mano.
Voglio dire un particolare grazie, a nome di tutto questo 4° piano prima di tutto a Gianpietro che da anni sale in questo reparto e che ben conosce il mondo Saveriano e tutte le vere problematiche che questo ambiente vive. Il grazie va anche alla Rossana che pazientemente, ogni venerdì pomeriggio, segue e stimola i confratelli, con i suoi esercizi e le sue creazioni, sempre nuove.
In questi giorni accogliamo altri due confratelli provenienti da Belem (Brasile Nord): P. Piero Colombara e Fr. Pietro Mariuzzo. Li accogliamo amorevolmente da buon fratelli, perché sappiamo bene che non è facile fare un salto del genere.
Ecco allora che il resto cerchiamo di mettercelo noi 4 (PP. Virginio Simoncelli, Luigi Lo Stocco, Daniele Targa e Dario Maso) che la Provvidenza ci ha chiamati al servizio di questi nostri fratelli saveriani. La nostra azione va dal occupandoci servizio della tavola alla coordinazione negli esercizi fisici della palestra e nell’organizzazione di pomeriggi di attività fisiche e mentali e prettamente ricreative. Padre Mario Diotto é là quasi sempre pronto con la sua fisarmonica.
Ma il Covid ci fa ancora problema. Purtroppo Il Covid, che con le sue varianti, sembra non avere alcuna intenzione di lasciarci, ma di tanto in tanto, continua imperterrito a metterci in quarantena e a rubarci quell’oretta mattutina che ci permetteva di passeggiare nel nostro parco e ci faceva sostare in preghiera e in riflessione davanti alla Grotta della Madonna di Lourdes.
L’altro giorno ho annotato la confidenza di uno di questi miei confratelli che mi sussurrava. “Padre Luigi, ma quando ci dai la possibilità di scendere a prendere un po' d’aria. So che fa molto caldo ed è bene stare in guardia. Ma sappi che sento tanto il desiderio di poter andare a salutare la Madonna di Lourdes. Ho tante cose da dirle.”
“Abbi pazienza, risposi, il Covid ci tiene ancora prigionieri… continuiamo a pregare perché tutto finisca".
“Il Covid ci ha rubato l’incontro giornaliero con le Signore del gruppo dei Laici Saveriani, che quotidianamente venivano a passare qualche ora insieme con noi. “ Preghiamo e speriamo che tutto finisca al più presto e che si possa entrare nella normalità”.
“Speriamo veramente, perché queste donne volontarie sono di casa, diventate proprio come nostre sorelle capaci di comprenderci e darci una parola ed un sorriso di affetto.”
Così diceva Papa Francesco lo scorso 23 febbraio 2022:
“Gli anziani, mai così numerosi come adesso, sono visti spesso come un peso, soprattutto quando prevale la cultura dello scarto e della produttività. Nella drammatica prima fase della pandemia hanno pagato il prezzo più alto. Nei totalitarismi del ventesimo secolo l’icona dominante è stata l’esaltazione della giovinezza, unita al disprezzo dei vecchi.
La vecchiaia, in realtà, è un dono per tutte le età della vita".