RD Congo: il Movimento 23 Marzo (M23) e gli interessi del Ruanda e Uganda
MOVIMENTO DEL 23 MARZO (M23) E GLI INTERESSI ECONOMICO / COMMERCIALI DEL RUANDA E DELL’UGANDA
Secondo un rapporto del Gruppo di esperti delle Nazioni Unite per la Repubblica Democratica del Congo (RDCongo) trasmesso al Consiglio di sicurezza dell’ONU e classificato come riservato, l’esercito ruandese è intervenuto nell’est della RDCongo, direttamente e in appoggio al Movimento del 23 marzo ( M23) , da novembre 2021 fino a giugno 2022. Gli esperti indicano che durante questo periodo «l’esercito ruandese ha effettuato degli interventi militari contro i gruppi armati congolesi e le postazioni delle forze armate congolesi e ha fornito armi, munizioni, uniformi e truppe al Movimento del 23 marzo (M23) in occasione di operazioni specifiche, in particolare quando queste erano finalizzate alla conquista di città e zone strategiche».
L’M23 è un’ex ribellione a predominanza tutsi, sconfitta militarmente nel 2013 dalle Forze armate della RDC (FARDC) con l’appoggio delle truppe della MONUSCO. Ha ripreso le ostilità alla fine dell’anno scorso per chiedere, secondo le sue dichiarazioni, l’applicazione di un accordo firmato nel 2013 con Kinshasa.
Il rapporto del Gruppo di esperti dettaglia, con prove alla mano, la diretta implicazione del Ruanda, «unilaterale o congiunta in collaborazione con l’M23», nel conflitto in corso nell’est della RDCongo.
Il 13 giugno, dopo intensi scontri con l’esercito congolese, l’M23 ha conquistato la strategica cittadina di Bunagana (50 km a nord di Goma), importante crocevia commerciale al confine con l’Uganda. Immagini fornite dai droni della Monusco, video amatoriali, foto e testimonianze oculari documentano la presenza delle forze armate ruandesi sul suolo congolese e/o il trasferimento di materiale militare ruandese all’M23, dentro e intorno alla città di Bunagana, il giorno prima e il giorno stesso dell’attacco. Il Gruppo degli esperti ha aggiunto che «testimoni oculari hanno parlato anche di una certa complicità passiva da parte dell’esercito ugandese, che ha permesso ai combattenti dell’M23 di attraversare la frontiera senza alcuna difficoltà» per attaccare la città. Il rapporto afferma che, «in varie immagini aeree riprese in occasioni diverse, nei pressi delle frontiere tra la RDCongo, il Ruanda e l’Uganda si vedono delle colonne di circa 500 militari che indossavano uniformi ed elmetti militari molto simili a quelli delle forze armate ruandesi».
Secondo il Gruppo degli esperti, due settimane prima dell’assalto a Bunagana, il 25 maggio, «l’M23 aveva già attaccato il campo militare di Rumangabo insieme ad alcune truppe dell’esercito ruandese». In quell’occasione, circa 900 – 1.000 militari ruandesi bloccarono la strada nazionale n. 2 per diversi giorni, ciò che permise loro di attaccare le varie postazioni dell’esercito congolese collocate lungo questa strada che conduce a Goma.
Il rapporto aggiunge che tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 2022, quasi 300 militari ruandesi hanno effettuato delle operazioni militari in territorio congolese contro dei gruppi armati a maggioranza hutu: le Forze Democratiche di Liberazione del Ruanda (FDLR) e la Coalizione dei Movimenti per il Cambiamento / Forze di Difesa del Popolo (CMC/FDP).
Le FDLR sono un gruppo armato fondato in Congo da ex membri del regime ruandese in fuga dopo il genocidio del 1994. Presentata come una minaccia, Kigali ha usato l’esistenza di questa milizia come pretesto per giustificare i suoi passati interventi in territorio congolese e il suo appoggio alle ribellioni congolesi che l’hanno combattuta. Il Ruanda, che ha sempre negato di appoggiare l’M23, ha regolarmente accusato Kinshasa di utilizzare le FDLR come milizia sussidiaria per combattere contro l’M23.
Infine, il rapporto del gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha dettagliato anche l’esistenza di “coalizioni di circostanza” tra l’esercito congolese e alcune milizie locali. Quando l’M23 e le RDF hanno attaccato il campo militare di Rumangabo, «dei combattenti appartenenti a diversi gruppi armati e appoggiati da alcuni membri dell’esercito congolese hanno lanciato un contrattacco il 26 maggio 2022». Secondo il rapporto, in quel mese di maggio, sotto lo sguardo benevolo degli ufficiali dell’esercito congolese, si era formata una nuova coalizione di gruppi armati determinati a combattere contro l’M23. Contattati dal Gruppo, alcuni combattenti di gruppi armati diversi, hanno confermato che «il loro gruppo, da solo o insieme ad alcuni soldati dell’esercito congolese, aveva partecipato a dei combattimenti contro le truppe dell’M23 e/o RDF» e hanno confermato di «aver più volte ricevuto armi e munizioni da alcuni ufficiali dell’esercito congolese».