SAVERIANI DAL BURUNDI: "LA CHIESA E' VICINA AI SUOI FIGLI"
[fonte: Agenzia Fides] * “La Chiesa è vicina ai suoi figli nell'opera di riconciliazione del Paese"
Bujumbura - “Il Burundi vive da anni in un’atmosfera di paura e incertezza ma, nonostante queste difficoltà, la Chiesa porta avanti la sua missione, promuovendo e annunciando il Vangelo, denunciando la violenza ed invitando la popolazione alla pace e al rispetto dei diritti umani”. Così riferisce all’Agenzia Fides Leonidas Nayuburundi, missionario saveriano di origini burundesi, parlando della profonda crisi politica, istituzionale e sociale che affligge il paese africano.
"Dopo che nel 2015 il Presidente Pierre Nkurunziza ha ottenuto un terzo mandato violando la vecchia carta costituzionale e gli accordi di pace di Arusha del 2000 - racconta padre Leonidas - si è creata una situazione che non solo ha provocato scontri, disordini e violenza a livello sociale, ma ha avuto anche forti ripercussioni sull’economia”.
Secondo i dati governativi disponibili, infatti, la crescita economica annuale nello stato centroafricano è passata da una media del 4,2% tra il 2004 e il 2014, a una contrazione del 3,9% nel 2015; per poi subire un brusco calo percentuale, pari allo 0,6% nel 2019.
“Tutta la società burundese - rileva il sacerdote - paga le conseguenze di questa sfavorevole congiuntura: gli agricoltori accusano il drastico calo della domanda interna dei loro prodotti, i dipendenti pubblici subiscono una diminuzione del potere d’acquisto dei loro salari, mentre tutte le attività commerciali registrano un numero sempre inferiore di clienti” . “Questa situazione - prosegue p. Nayuburundi - negli ultimi anni ha costretto oltre 400.000 persone a rifugiarsi nei Paesi vicini, nella Repubblica Democratica del Congo, in Rwanda e soprattutto Tanzania, dove sono stati accolti in campi spesso privi di adeguate condizioni di sicurezza e di assistenza umanitaria”.
A maggio 2020 in Burundi si svolgeranno le elezioni presidenziali e legislative in un clima di instabilità che desta preoccupazioni: “La situazione - chiarisce il missionario - è stata resa ancora più difficile dalla schiacciante vittoria del 'sì' nel referendum costituzionale che si è tenuto due anni fa, il 17 maggio 2018 e il cui esito, che ha sancito la durata del mandato presidenziale da 5 a 7 anni e l’eliminazione del limite di due mandati consecutivi per il capo dello stato, è stato duramente contestato dall’opposizione che ha sollevato accuse di brogli”.
La Conferenza Episcopale del Burundi ha dibattuto a lungo sull'attuale situazione socio-politica in relazione alle elezioni presidenziali, cercando in particolare di discernere quale dovrebbe essere il contributo della Chiesa alla luce della sua missione: “I Vescovi - riferisce p. Leonidas - hanno ricordato che il voto è l’unico modo per ottenere l'alternanza al potere e in caso di conflitto, il dialogo è la via privilegiata per risolverlo e ha inviato quindi tutta la popolazione ad agire come “apostoli di pace”.
Il religioso sottolinea come l’impegno dei missionari Saveriani continui e si approfondisca nonostante la ripresa delle violenze lo scorso anno, in coincidenza con l’annuncio della nuova candidatura del presidente Nkurunziza. “Noi - rimarca - continuiamo a operare nel cuore della capitale, a Bujumbura, dove ha sede la nostra comunità di formazione e di animazione missionaria vocazionale, in cui giovani studenti si appassionano alla filosofia e si aprono all’incontro con l’altro e scoprono la vocazione missionaria. Ora a frequentare i corsi sono in 32”, evidenzia padre Nayuburundi.
I Saveriani inoltre, sono presenti con un centro di formazione per i giovani alla periferia della capitale: “Negli ultimi tempi - riferisce padre Leonidas - abbiamo promosso una grande iniziativa: speciali campi di lavoro per la pace e la ricostruzione che hanno permesso di aiutare le famiglie a rientrare nei quartieri situati a nord della città, ricostruendo loro la casa. Ne sono state ricostruite già 300, ma ce ne sono da rifare ancora più di 4.000.
Oggi - conclude - le forze ecclesiali sono chiamate a una paziente opera di riconciliazione, affinché questa terra, bagnata dal sangue di tanti suoi figli, ritorni ad una rinnovata vita cristiana”.
(ES) (Agenzia Fides 7/3/2020)