Il cammino di una piccola comunità cristiana di periferia
Circa 10 anni fa un gruppo di laici fidei donum italiani rientrati da esperienze di missione ad gentes ha deciso di ritrovarsi al Cum per rinnovare lo spirito missionario, per condividere cammini, spunti di riflessione, nuove motivazioni, per alimentare uno stile missionario nel confronto con altri e riportarlo poi all’interno della vita cristiana delle proprie comunità quotidiane. Il gruppo, nato con il nome Missio KM 0, coinvolge famiglie, laici single, giovani e meno giovani, mantenendo inalterato quello spirito di missione nato nelle esperienze passate, per intraprendere un cammino tra la gente e con la gente con uno sguardo verso il futuro. Da gennaio 2022, il gruppo Missio KM 0 ha uno spazio fisso su Noticum. In questo numero sarà possibile conoscere i frutti della missione concretizzati e raccontati a Piombino, nel quartiere Cotone, dove tali frutti si portano avanti ormai da generazioni.
Nel 1986 arrivavano a Piombino, dopo diversi anni di vita in Africa, due missionari: padre Carlo Uccelli ed Emma Gremmo. Su invito del Vescovo si stabilivano al Cotone, quartiere periferico della città a ridosso delle acciaierie, assumendo la responsabilità della parrocchia locale.
Il sogno che li animava era quello di dare vita a un centro formativo per laici che desideravano donare alcuni anni della loro vita alla Missione ad Gentes.
Poco alla volta il sogno ha preso forma e l’impegno di p. Carlo ed Emma ha continuato a svolgersi su due fronti: la cura pastorale della parrocchia e la realizzazione del Centro Fraternità Missionarie. Arrivati nella splendida maremma toscana, abitata da ottima gente, ma molto libera, argutamente dissacrante e anche refrattaria alla fede cristiana professata apertamente, i due missionari hanno incominciato a muoversi con lo stile dell’ad gentes: vivere “con”, senza programmi prestabiliti, né pretese; ascolto della gente e della loro vita, con cuore e porta aperti al dialogo costante, scoprendovi il Signore già operante e frammenti di vangelo vissuto; collaborazione fraterna e creativa con tutto ciò che nel territorio profumava di Regno di Dio; annuncio di Gesù e della sua proposta di vita, cogliendo con discrezione tutte le occasioni possibili.
Con il riavvicinarsi alla vita ecclesiale di diverse persone, la parrocchia ha preso la forma pastorale di “Comunione di Comunità”, dove sono fondamentali l’ascolto della Parola, fatta diventare vita e il protagonismo dei laici svolto attraverso vari ministeri. Intanto anche il Centro Fraternità Missionarie prendeva la sua forma specifica di organo di servizio per aiutare le diocesi italiane interessate a inviare laici e preti in missione, con un preciso stile di presenza: in équipes testimonianti fraternità, ascolto, dialogo, annuncio, solidarietà liberante…
Preti e famiglie sono partiti insieme, inviati dalle loro diocesi di origine, verso Tchad, Mozambico, Tunisia, Cina. Numeri esigui, niente di straordinario e tutto molto quotidiano, ma una gran bella avventura! Parrocchia e Centro Fraternità Missionarie si sono scambiati tanti valori a partire dalle loro specifiche identità, aiutandosi reciprocamente a crescere nella fede in Gesù e nella testimonianza del Regno.
Nel 2019 i Missionari Saveriani hanno destinato p. Carlo ad altra missione, inviandolo a Modica (RG) in una comunità inter-congregazionale della CIMI a servizio del fenomeno migratorio, dove moriva nel dicembre 2021, dopo due anni di evangelica presenza e coraggioso impegno. Emma è rimasta a Piombino su specifica richiesta dell’attuale Vescovo, con il mandato di Animatrice pastorale spirituale. I nomi dicono tutto e dicono niente… specialmente quando si tratta di ministeri al femminile, ma intanto è stata fatta una scelta che apre alla possibilità di una ministerialità laicale tutta da inventare nell’attuale contesto di preoccupante mancanza di clero.
Qualche pennellata, per descrivere l’attuale vita di questa piccola comunità di periferia, con la speranza che ne possa scaturire un diverso futuro ecclesiale.
Emma tiene semplicemente aperta la porta della chiesa e della casa e con questo, anche se a lei sembra di star solo “pettinando bambole”, sta dando un segno di presenza che dice accoglienza, ascolto, possibilità di coordinamento. La gente che partecipa alla vita ecclesiale ha continuato a formarsi, sia biblicamente che su altri contenuti e a condividere i fatti di vita concreta, attraverso gli attuali mezzi virtuali che mantengono e rinsaldano un clima di comunione e di amicizia, anche con tanti altri desiderosi di spiritualità, pur non partecipando alla vita ecclesiale.
Quando non ci sono battesimi o matrimoni, vengono celebrati ogni domenica la liturgia domenicale senza prete, eccetto una volta al mese in cui la comunità partecipa all’Eucaristia in altre parrocchie per mantenere viva la comunione con le altre realtà. Questa celebrazione domenicale ha un ritmo sobrio e semplice, partecipato e totalmente gestito da laici… comuni. Dopo una preghiera iniziale, che fa memoria del vissuto e dei sentimenti della settimana trascorsa, si ascoltano le Letture del giorno e la spiegazione della Parola, fatta a turno da sette persone, scelte per capacità e preparazione. Seguono: una partecipata preghiera spontanea di intercessione che si conclude con il canto del Padre Nostro; la comunione eucaristica; la condivisione delle offerte per mantenere la vita di comunità e per rispondere a richieste di aiuto solidale; le notizie di famiglia e cioè comunicazioni, informazioni e proposte di vario tipo, perché ognuno possa sentirsi empaticamente parte di un corpo ecclesiale e civile, tutto sottolineato da canti appropriati. Si conclude con la benedizione finale, invocata dai laici in forza del loro battesimo, senza scimmiottare lo specifico del ministero presbiterale.
La vita civile dei cristiani si svolge fuori dalle chiese, condividendo con tutti gli altri cittadini gioie, fatiche, speranze, realizzazioni per il bene comune.
Il ritrovarsi la domenica in comunità è quindi per formarsi continuamente a coscienze adulte e mature nella fede, che permettano poi di “districarsi da cristiani” nella complicata complessità della vita attuale, personale, sociale, professionale, politica…