Skip to main content

DALL’AFRICA AL PAESE A STELLE E STRISCE / L’ALTRA FACCIA DELL’AMERICA / IV

Condividi su

Carissimi, la mia presenza quotidiana presso gli uffici di Afjn (Africa faith and justice network), a Washington, mi ha permesso di entrare dentro i meccanismi della realtà della politica americana e internazionale. Questa organizzazione è stata fondata 35 anni fa da diverse congregazioni religiose missionarie soprattutto per salvaguardare e proteggere i diritti e le potenzialità dell’Africa. Ho conosciuto e fatto amicizia con p. Aniedi, prete domenicano nigeriano direttore di Afjn, con Bahati, laico congolese che vive da ormai 17 anni negli Usa, e anche con sr. Eucharia che si occupa del formare le donne in Africa. Tutti africani appassionati per il loro continente e i loro popoli. Ho visto e sperimentato il gran lavoro che stanno facendo con varie Chiese, organismi non governativi e la società civile presso il Parlamento americano con azioni di concrete di advocacy e proposte alternative ai parlamentari da passare nelle varie commissioni e camere del Parlamento. Far conoscere fenomeni africani quali: immigrazione, Land Grabbing (accaparramento della terra), governance (governabilità), sostegno alle donne nella leadership, rifiuti tossici che vengono gettati in molti paesi africani da compagnie di altri stati soprattutto del nord del mondo.

Questi temi menzionati sono la base del lavoro che Afjn sta portando avanti da sempre presso il Parlamento americano e in collaborazione con altre organizzazioni. Negli ultimi cinque anni il network si è esteso direttamente anche all’Africa facendo incontri globali come continente, ma anche nazionali coinvolgendo vescovi, preti e laici in vari paesi africani proprio su questi temi. Il lavoro è molto interessante, ma anche difficile perché si toccano gangli vitali, sia di potere politico che economico, militare, e della corruzione, sia in Africa che negli Usa. Ma questo lavoro prezioso deve essere fatto anche dalla gente, dalle Chiese e dalla società civile in Africa. Afjn si offre come mediatore per facilitare la formazione e la comunicazione attraverso dati e conoscenza della realtà per riuscire a costruire una metodologia e finalizzare obiettivi formando leader, donne e giovani.

Da metà giugno tornerò a Newark in New Jersey dove vivrò con la mia comunità comboniana. Gestiamo una parrocchia/santuario alla periferia della città dove ci sono molti latinoamericani e afroamericani. Ma la gente viene anche da fuori parrocchia, perché nelle città non è strettamente territoriale, cioè della gente di quella zona. Molti qui negli Usa, specialmente nelle città, si spostano e vanno in una Chiesa di loro scelta e fanno anche decina di miglia per andare ai vari servizi religiosi delle loro denominazioni.

Siamo molto vicini alla ferrovia e in 20 minuti sono a New York dove dalla fine del mese di giugno comincerò il mio servizio a Vivat International, altra organizzazione fondata una ventina d’anni fa da una quindicina di congregazioni religiose e missionarie, che lavorano per migliorare la realtà mondiale e non solo africana facendo un lavoro di advocacy presso le Nazioni Unite. Ci sono già stato varie volte in questi mesi di passaggio da Washinton e mi riservo di scriverne in una prossima lettera. Vivat è un’organizzazione come Afjn che affronta temi di giustizia, pace, salvaguardia del creato presso le assemblee internazionali importanti in questo caso a New York al quartier generale delle Nazioni Unite su vari temi che concernono la vita e lo sviluppo umano di ogni cittadino  di tutte le nazioni appartenenti all’Onu. La rete di migliaia di missionari di varie congregazioni sparse in tutto il mondo sono le nostre antenne per conoscere le realtà e le ingiustizie dei loro paesi e popoli, per aiutarli e proteggerli nelle loro lotte per il rispetto e il miglioramento della vita nei loro paesi.

Non credo che darò una mano solo a Vivat International, presso le Nazioni Unite. Ma certamente mi guarderò attorno a New York per ciò che offre anche nel servizio ai poveri e ai sofferenti, che in quella città sono migliaia. Ho conosciuto parrocchie cattoliche e pastori anche di altre Chiese, ho celebrato con molte comunità cristiane aprendomi al loro modo di celebrare e vivere la liturgia specialmente nelle comunità afroamericane che sono di maggioranza protestante e pentecostale. Molta musica e vita, movimento e accoglienza, fraternità e carismi, ma anche lotta per la difesa della sacralità e della dignità dell’uomo, di tutti gli uomini e le donne di questa terra.

È importante rendersi conto che non si può diventare umili semplicemente decidendo di diventarlo.
Ciò che puoi fare è diventare più consapevole dell’orgoglio o della mancanza di umiltà del tuo ego. L’umiltà è una questione di verità, di riconoscimento della verità su sé stessi. Finché ci si immagina di essere superiori agli altri mentre non lo si è, si ha una falsa immagine di sé stessi. Riconoscere la verità su sé stessi comporta il riconoscere la futilità di tutti i confronti tra superiori e inferiori. La competizione e la rivalità sono opera dell’ego.
(P. Albert Nolan)



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito