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Unione europea, Affari globali per gli armamenti

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I paesi dell’Unione europea sono oggi i maggiori esportatori mondiali di armamenti. Nel loro insieme, le esportazioni militari dei 27 Stati membri superano ampiamente sia quelle degli Stati Uniti, sia della Russia. La parte più consistente dei trasferimenti (oltre il 45%) è diretta a paesi dell’emisfero Sud del mondo.

Il protagonismo europeo suscita interrogativi, soprattutto oltreoceano. L’ultimo rapporto al Congresso degli Stati Uniti afferma chiaramente che “i maggiori paesi europei produttori di armi hanno separatamente rafforzato la propria posizione competitiva nelle esportazioni di armi con un forte sostegno governativo al marketing delle proprie vendite all’estero” e oggi rappresentano “fonti alternative di armamenti per quelle nazioni che gli Stati Uniti hanno deciso per ragioni politiche di non rifornire”.

In Europa, invece, il dibattito sulle implicazioni politiche e sulla sicurezza internazionale delle esportazioni militari è lasciato a pochi addetti ai lavori, spesso ad esperti alle dipendenze delle industrie militari.

Intanto la guerra offre, come nel recente caso libico, nuove occasioni per testare le armi e per rinnovare gli arsenali.

La società civile europea è perciò chiamata a porre attenzione agli sviluppi dell’industria militare e al commercio di armamenti: sono necessarie normative vincolanti e trasparenti ed è urgente interpellare con forza le rappresentanze politiche.

Anche dal ruolo che l’Europa intende assumere in questi settori dipende la pace e il futuro del mondo intero.



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