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Programma di Missione Oggi per il 2006

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Ci lasciamo alle spalle un 2005 segnato dal sanguinoso incancrenirsi della guerra in Iraq e dall’emergere prepotente sulla scena mondiale dei colossi asiatici, India e Cina, ormai locomotive economiche dal crescente peso geopolitico. Il pianeta intanto si fa più piccolo e stretto, anche per le minacciose conseguenze del suo surriscaldamento, testimoniato dal susseguirsi di disastri ambientali (dallo tsunami nel Pacifico agli uragani che hanno investito i Caraibi e il sud degli Stati Uniti, fino all’evidente scioglimento dei ghiacci ai poli).

E mentre i movimenti per una globalizzazione equa e sostenibile hanno continuato a tessere reti sociali in tutto il mondo, questa dimensione planetaria si è manifestata anche nell’emozione suscitata dalla morte di Giovanni Paolo II e nelle diffuse attese attorno al nuovo pontificato. Da Assisi in poi, e a maggior ragione nel bel mezzo del tentativo di trasformare “lo scontro di civiltà” in “guerra di religione”, resta senza risposta l’interrogativo:

“Sapranno le fedi essere fonte di vita e non di morte? Sapranno dialogare per favorire la pace?”.

Questa, in fondo, è anche la domanda consegnata a una Chiesa italiana attraversata da tentazioni neotemporaliste che in ottobre terrà il proprio IV Convegno ecclesiale a Verona con l’impegno a essere “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”. D’altro canto le ricadute sui territori – da Scanzano alla Val Susa – di un modello di sviluppo sempre più ingiusto, inquinante e armato hanno provocato mobilitazioni locali che hanno visto protagoniste intere comunità, dimostrando inedita ampiezza e capacità di porre questioni di portata generale.

In questo scenario tenterà di collocarsi Missione Oggi quest’anno, in particolare i suoi dossier, offrendo una visione europea dell’investimento etico e ragionando sull’Islam in Italia, rilanciando la riflessione sulla riconversione dell’industria bellica e presentando il dialogo interreligioso in India.

Proveremo a dar conto dell’ecumenismo in Brasile, per guardare “dal Sud” a quel movimento per l’unità delle Chiese cristiane che vivrà un momento importante a Porto Alegre con l’Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle Chiese. Continueremo a occuparci di “riconciliazione”, affrontando conflitti dimenticati, come quello nel Kashmir, e intrecciando questo tema con quelli della politica italiana, a partire dall’esperienza di Massimo Toschi, assessore alla “cooperazione internazionale, al perdono e alla riconciliazione tra i popoli” della Regione Toscana. Contribuiremo al dibattito sulla “decrescita”, cercando di coniugare la ricerca di alternative economiche al neoliberismo e difesa dell’ambiente.

Al tempo stesso non perderemo di vista le scelte legate agli stili di vita, soffermandoci sulla sobrietà. Non dimenticheremo infine l’Africa, la cui situazione incroceremo col tema, sempre più pervasivo, dei brevetti (sulla materia vivente, sui farmaci, sul software, ecc.), icona di un mondo che sempre più si configura come “un’immensa distesa di merci”.

Ma il 2005 è stato anche l’anno in cui “l’informazione ha fatto notizia”, coi mea culpa dei mass media statunitensi per aver abboccato alla propaganda dell’amministrazione Bush sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, coi drammatici sequestri di Florence Aubenas e di Giuliana Sgrena, quest’ultimo conclusosi con la morte, subito insabbiata, di Nicola Calipari (e chi si ricorda di Enzo Baldoni?), col video girato da Sigfrido Ranucci sulle conseguenze dei bombardamenti al fosforo bianco su Falluja.

Proprio al ruolo dei mass media come “fabbrica del consenso”, ma anche come indispensabile strumento per “vedere il re nudo”, pensiamo di dedicare il Convegno annuale di Missione Oggi, soffermandoci in particolare sull’“altra faccia dell’informazione”, cioè sul modo in cui nel mondo ricco si dà conto di ciò che accade nel Sud, anche come omaggio a quei giornalisti che rischiano la vita (e non di rado la perdono) per questo.



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