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Parrocchia, disarma i tuoi conti! - Camerun, malcontento popolare

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La campagna "Parrocchia disarmata" ha le sue "buone pratiche". Volentieri ne pubblichiamo un primo esempio. La seconda lettera vuole attirare l'attenzione sul Camerun e sulla sua difficile situazione sociale.

PARROCCHIA, DISARMA I TUOI CONTI

Scrivo a nome della mia parrocchia di S. Giovanni in Laterano a Milano, anzitutto per ringraziare la rivista, così come Mosaico di Pace e Nigrizia, per l'impegno di questi anni nelle diverse iniziative contro il proliferare delle armi, nella Campagna "Banche armate" e ora anche nelle "Tesorerie etiche". Tutto ciò ha un'indubbia ricaduta anche sulla pastorale "ordinaria" di quelle parrocchie che sanno valorizzare quanto da voi proposto, convinte che l'annuncio del Vangelo non possa limitarsi a una serie di enunciati teorici e spirituali. Fu questa la convinzione che nell'anno del giubileo ha maturato anche il nostro Consiglio pastorale parrocchiale.

A partire dall'analisi delle diverse cause e implicazioni del "debito" estero dei Paesi del Sud del mondo, siamo giunti alla convinzione che "aiutare" quei Paesi, per la sola questione del risarcimento, si sarebbe risolto ancora una volta in un mero gesto assistenziale, lungi dalle scelte profetiche che il Vangelo esige da una comunità cristiana. Abbiamo perciò scelto di dare vita a una commissione socio-politica che, affiancando le altre istanze della pastorale: la catechesi, la cattedra dei non credenti e soprattutto il ministero del nostro parroco, don Angelo Casati, aiutasse tutta la parrocchia a conoscere e giudicare le diverse realtà economiche, sociali e politiche, con analisi rigorose e documentate, alla luce della Parola di Dio.

In questi anni ci siamo  mossi su due piani: quello dell'auto-formazione (sempre aperta a tutti), con lo studio dei documenti del Magistero sociale della Chiesa e l'approfondimento sulle tematiche proposte dai vostri dossier e la proposta di alcune serate pubbliche, con testimoni più o meno conosciuti, che ci aiutassero a declinare la riflessione teorica in alcune situazioni concrete.  L'incontro con Giorgio Beretta, vostro collaboratore,  si è reso urgente dopo che abbiamo scoperto che il gruppo a cui appartiene la banca a cui per anni la nostra parrocchia ha affidato i propri risparmi e che nel panorama bancario si era sempre comportata "bene", secondo diversi criteri di valutazione etica, per la prima volta è finita nell'elenco delle banche armate.

Alle contromisure - e sapete quali - che abbiamo preso come commissione, coinvolgendo anche amici di diverse città e associazioni radicate sul territorio, la Direzione generale ha immediatamente risposto fornendo una serie di giustificazioni e garanzie che verificheremo in futuro. È però entrata immediatamente in contatto anche con Giorgio Beretta, fornendoci così un motivo in più per invitarlo a presentare a tutta la parrocchia lo stato attuale del commercio delle armi, a livello mondiale e nel nostro Paese, e le possibili iniziative per limitarlo. La serata è riuscita avvincente, considerando la realtà sociale di questa zona di Milano (Città studi). Ne siamo usciti ulteriormente confermati nella convinzione della necessità di insistere, non soltanto sulle occasioni di conoscenza di tali fenomeni - di cui la gente è generalmente all'oscuro - ma anche su quella coscientizzazione di fede che non permette all'esperienza credente di ridursi a una semplice questione culturale o peggio mitologica.

DON ALBERTO VITALI, Milano.


CAMERUN, MALCONTENTO POPOLARE

Domenica 24 febbraio il sindacato dei trasportatori, taxi, mototaxi, minibus indice uno sciopero di protesta contro il governo per l'aumento improvviso del costo del carburante che raggiunge quota 600 Fcfa (1 euro) per la super; l'aumento avviene durante lo svolgimento della Coppa d'Africa 2008, con il preciso intento di distrarre l'attenzione dei cittadini. Allo sciopero dei trasporti privati si aggiungono manifestazioni di protesta per l'aumento dei prezzi per i prodotti di prima necessità e soprattutto perché la gente vede diminuire il proprio potere di acquisto, infatti i salari sono invariati da almeno due anni (stipendio medio 35.000 Fcfa - 54 euro).

L'altro motivo di malcontento popolare è l'iniziativa del presidente Paul Biya, durante il discorso di fine anno 2007, di cambiare la Costituzione che gli impedisce di ripresentarsi alle elezioni dopo 25 anni di potere.

L'economia del Paese è a terra, i principali indicatori economici sono al verde dopo il 28 aprile 2006, giorno in cui il Paese ha raggiunto la conclusione dell'iniziativa di riduzione del debito in favore dei Paesi più poveri indebitati. Il Pil del 2007 ha avuto un tasso di crescita del 2,9% contro un 3,2 del 2006, mentre numerosi osservatori stimano un potenziale di crescita del 7-8%. Il freno dell'economia è dovuto alla corruzione (siamo il secondo Paese al mondo), al peso dei prelevamenti fiscali, ai controlli amministrativi pesanti.

La gente nota giorno dopo giorno la difficoltà di vivere, sopravvivere. Infatti il costo di diversi beni è aumentato troppo nel giro di due mesi; per esempio, un litro d'olio é passato da 500 a 800 Fcfa, il sapone da 275 a 350, il makaro (pesce dei poveri) da 800 al kg a 1200, la farina, lo zucchero ecc.

 C'è motivo di essere contenti perchè la società non dorme e la gente è cosciente dello stato delle cose e conosce bene ciò che accade nei palazzi del potere.

CARLO SALVADORI, Yaoundé, Camerun.



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