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Per la prima volta i soldati congolesi mi fanno compassione. Poveracci, intrufolatisi nelle Forze Armate per motivi abbastanza ordinari: un impiego, per finire alle prospettive di qualche saccheggio con cui arricchirsi, perché no, anche la speranza di un’ascesa sociale con grado e stipendio migliore.
Ci sono militari, anche ufficiali, che da dieci anni non vedono i loro parenti, mariti e padri di famiglia, angosciati per la sorte dei figli, cui non riescono ad inviare il becco di un quattrino, e che magari sono stati abbandonati dalla madre, stanca della sua vedovanza "bianca", e desiderosa di trovarsi un compagno con cui iniziare una nuova vita.
Aggiungi, la prolungata cessazione di salari (il denaro in partenza dall’Ue si arresta a Kinshasa, come gli stessi responsabili dell’Onu hanno ripetutamente dichiarato) che prolunga la situazione instaurata da Mobutu trenta anni fa: il militare deve autofinanziarsi, ciò che egli ha imparato presto a fare, terrorizzando commercianti e coltivatori, mamme di passaggio con il paniere sulle spalle e anche semplici abitanti immersi nel sonno. Da un anno qualcosa sta cambiando: ci sono i "brassages" (rimescolamenti), periodi (dai sei mesi dell’inizio ai due di adesso) in cui i militari di estrazione diversa, filo ruandesi, filo congolesi, ex partigiani, sfaccendati improvvisatisi militari, bambini soldato, anche donne ricevono una certa formazione "socio - politica - etica", dicono.
Nell’altipiano, ci sono migliaia e migliaia d’armati, contrari all’idea del "brassage", e che pretendono esenzioni e privilegi: esaudirli sarebbe la morte d’ogni seria speranza di pace e di progresso, perché significherebbe la resa ai signori della guerra. Ecco i militari della 13° brigata, che da sei mesi si trovano qui, comportandosi senz’altro meglio dei loro predecessori della 11°, sono inviati lassù: un lungo tragitto, che in gran parte dovranno fare a piedi e dove li trovi i camion per spostare tremila uomini, più le armi? Dove il gasolio per fare andare i camion? Devono andare lassù a 2500 m. di quota, al freddo e senza tende, nella fame, alle prese con migliaia di individui armati (confine Rwanda). Vanno in "missione di pace"! Molti fuggiranno, abbandonando tutti, e lasceranno l’esercito.
 
E così, disertori = futuri banditi. D’altronde, perché rischiare, sapendo che nessuno si prenderà cura di te e della tua famiglia.

P. PIERGIORGIO LANARO, Luvungi, RDCongo



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