MARTIRI CON LA VITA E CON IL SANGUE
É legittimo nei loro confronti l’utilizzo del termine “martire”, che evoca nella nostra coscienza un fascino antico, avvolto dal mistero divino come da un’aureola luminosa?
Nel linguaggio cristiano, affidato alla tradizione liturgica, testimone della fede, “martire” è il termine scandito esclusivamente per indicare colui che ha offerto la propria esistenza fino all’immolazione suprema. La chiesa non ha mai considerato il martirio come l’esito di una scelta personale, ma sempre come un dono di Dio, un privilegio accordato da Lui soltanto.
É tempo di rifiutare l’appellativo di martire a chi persegue la distruzione di altri, anche a prezzo della propria; soprattutto quando i nemici da distruggere sono semplici cittadini, donne a ragazzi, talora appartenenti alla propria gente.
Quan...
Articolo disponibile solo agli abbonati. Se hai già un abbonamento accedi con le tue credenziali oppure clicca sul pulsante rosso per attivare un nuovo abbonamento.
Per scaricare la rivista accedi con le tue credenziali d'accesso o abbonati.