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LA RIVOLUZIONE DEL DENARO “MOBILE”

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Le rivoluzioni delle abitudini spesso passano da idee semplici, che prendono piede e trasformano la vita quotidiana delle persone. È il caso di M-Pesa, il sistema di pagamento via cellulare che, partendo dal Kenya, si è imposto in vari paesi africani. “Pesa” in kiswahili significa “denaro”, la “M” sta per “mobile”, all'inglese: si tratta di un sistema di money transfer e di microfinanza, lanciato in Kenya nel 2007 da Safaricom, una controllata Vodafone, la principale compagnia telefonica del paese.

UN SERVIZIO BANCARIO SENZA BANCA

L'idea iniziale era di creare un servizio che permettesse a chi usufruiva di microcredito di ricevere e restituire le rate in modo conveniente. Una volta avviato, i clienti lo adattarono ad una varietà di usi alternativi, tanto da creare complicazioni con la banca di riferimento.

Fu così che M-Pesa venne ristudiato e lanciato con un diverso intento: inviare a casa le rimesse da altre parti del paese ed effettuare pagamenti, divenendo a tutti gli effetti un servizio bancario senza banca. Il sistema funziona infatti con una rete di agenti che include rivenditori e punti vendita al dettaglio di telefonia, che agiscono come agenti bancari, pur non essendolo formalmente. I clienti si registrano al servizio con una carta d'identità o un passaporto presso un agente autorizzato e depositano denaro contante in cambio di denaro elettronico.

Una volta registrati, tutte le transazioni avvengono con un codice PIN ed entrambe le parti ricevono un sms che conferma l'ammontare della cifra trasferita. Il ricevente, che non deve necessariamente essere iscritto al servizio, riceve il denaro elettronico in tempo reale e lo riscatta in contanti presso gli agenti autorizzati. Il sistema permette agli utenti di depositare e prelevare denaro in un account memorizzato nel proprio cellulare, di pagare conti ed acquistare credito telefonico, di inviare un saldo tramite SMS ad altri utenti, compresi venditori di beni e servizi, e di convertirlo in denaro in un secondo tempo. Gli utenti pagano una piccola tassa sugli scambi, che alimenta il servizio.

In Kenya si può anche trasferire denaro sul proprio conto bancario. E la keniota Equity Bank ha lanciato M-Kesho, che si appoggia sulla piattaforma e sugli agenti di M-Pesa e offre ulteriori servizi bancari, come conti fruttiferi, prestiti, assicurazioni. Lo sviluppo iniziale della tecnologia necessaria al progetto fu inizialmente gestito dalla compagnia Sagentia, inglobata nel 2009 in IBM, che da allora gestisce il supporto tecnico e lo sviluppo del progetto.

UN’INVENZIONE SENZA PADRE

Ma tutto questo da chi è stato inventato? Curioso: non si sa. Una delle idee che hanno rivoluzionato la vita quotidiana di milioni di persone resta senza un padre.

Pare che il merito vada attribuito ad uno sconosciuto studente universitario, che avrebbe suggerito l'idea, ma non ne avrebbe ottenuto il merito. Quel che si sa è che il dott. Bitange Ndemo, del Ministero delle comunicazioni, in una lettera del tardo 2006 esortava il collega al Tesoro a organizzare al più presto un incontro fra il suo team, quello del Tesoro e la Central Bank per “esplorare qualcosa che lui aveva già visto come un'enorme opportunità, maggiore di quanto ogni agenzia governativa potesse gestire da sola”.

Ma già nel 2002 alcuni ricercatori britannici avevano documentato che in Uganda, Botswana e Ghana la gente usava spontaneamente la linea mobile come delega per trasferimenti di denaro. In quegli anni era agli albori il boom dei cellulari, che hanno radicalmente trasformato le abitudini quotidiane di milioni di persone, in un continente che non ha praticamente mai avuto linee telefoniche fisse.

Nel 2004, la compagnia mozambicana Mcel introdusse il primo scambio autorizzato di credito via etere. L'idea fu poi concretizzata in Kenya, ritenuto più adatto dalla compagnia Vodafone, che in quel periodo stava prendendo in considerazione l'idea di sostenere la microfinanza ed il back office bancario tramite i cellulari. L'esperimento pilota partì nel 2005. Nell'aprile 2007, seguendo il progetto di un software sviluppato da uno studente keniota, la compagnia Safaricom lanciò M-Pesa, che si è diffuso così rapidamente che già nel 2010 era divenuto il servizio finanziario via cellulare di maggior successo in tutti i paesi in via di sviluppo e nel 2012 gli utenti registrati in Kenya erano ben 17 milioni.

DALL’AFRICA AL MONDO

Dopo il lancio ufficiale in Kenya nel marzo 2007 ed il suo strepitoso successo, le banche tentano di tutto per rallentare il boom di M-Pesa, arrivando a fare lobby sul ministro delle finanze nel 2008, ma senza esito. In quello stesso anno, il progetto viene esportato in Tanzania: nel 2013 ha già 5 milioni di utenti. Sempre nel 2008, M-Pesa vola oltre oceano e sbarca in Afghanistan, dove all'inizio viene usato per pagare lo stipendio ai poliziotti, permettendo tra l'altro di scoprire che il 10% dei salari andavano ad agenti-fantasma e venivano intascati da altri, che non ne avevano diritto; inoltre, i nuovi stipendi lasciarono sorpresi molti, che si ritrovarono una cifra più alta: non erano errori, né aumenti, ma semplicemente il sistema elettronico impediva corruzione e truffe.

Nel 2010 è la volta delle isole Fiji e del Sudafrica: qui – va detto – il successo non arriva. Le previsioni di Vodacom puntavano su 10 milioni di utenti in tre anni, ma il numero si è fermato a 100mila. Il motivo pare sia da attribuire a notevoli differenze del mercato sudafricano rispetto a quello keniota e anche dei rispettivi sistemi bancari, tanto che si è corsi ai ripari cercando di riadattare le caratteristiche di M-Pesa alla classe media.

Nel 2012 sbarca in Repubblica Democratica del Congo, nel 2013, alla lista dei paesi si aggiungono India, Mozambico, Lesotho ed Egitto, mentre nel 2014 è la volta dell'Europa, in Romania, prima tappa di una prevista espansione nei paesi dell'Est, in cui quasi tutti possiedono un cellulare, ma non molti un conto in banca.



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