Skip to main content

I missionari: «NO» agli Accordi di Partenariato economico

Condividi su

Ottobre, mese missionario, e allora non possiamo tacere. Con altre centinaia di organizzazioni italiane (Conferenza degli Istituti Missionari Italiani, Beati Costruttori di Pace, Campagna EuropAfrica, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Fair, Legambiente, Mani Tese, Rete di Lilliput,Terra Nuova, Tradewatch, WWF Italia) che sostengono la campagna l'Africa non è in vendita, anche i missionari saveriani dicono No agli Accordi di partenariato economico (Ape). Quasi tutti i Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico stanno negoziando con l'Unione europea questi accordi di libero commercio che, una volta firmati, apriranno i mercati africani ai prodotti e ai servizi di provenienza europea.

Sotto la maschera delle promesse di sviluppo economico e di "reciprocità" nell'accesso ai mercati, nascondono grandi rischi: la colonizzazione delle fragili economie dei Paesi in via di sviluppo da parte delle aziende europee, più efficienti e fortemente sovvenzionate dallo Stato e il crollo delle entrate dello Stato privati dei dazi doganali sulle merci in arrivo dall'Europa.

I negoziati, cominciati nel 2002 con l'obiettivo di adeguare gli accordi di Cotonou, nel Benin, alle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio, dovrebbero terminare, con la firma dei trattati, nel dicembre 2007. Ma i nobili obiettivi proposti a Cotonou che giustificavano il trattamento di favore riservato alle più economie dei Paesi extra europei vengono subordinati al dogma del "libero scambio" col rischio di compromettere le politiche dei Paesi africani. Questi vogliono rivitalizzare l'agricoltura mirando a restituirle redditività e praticabilità, in modo che si trasformi in fonte di occupazione e permetta ai nuclei familiari di ottenere risorse per accedere a un'alimentazione nutriente e adeguata.     

È ormai risaputo che "la chiave che può mettere fine alla povertà in Africa è lo sviluppo di piccole aziende agricole" (Kofi Annan al Forum mondiale economico sull'Africa). L'Africa subsahariana è la sola regione del mondo dove la produzione pro-capite di cibo si è abbassata. Infatti 1/3 della popolazione del continente è cronicamente sottoalimentata. Dobbiamo permettere ai contadini africani, (la maggior parte dei piccoli produttori sono donne) di produrre e vendere i prodotti africani. 

Essere missionari significa anche portare l'attenzione sui problemi dei poveri non solo nei momenti delle crisi alimentari, carestie ed emergenze.

In questi due mesi l'Italia dovrà prendere una decisione su una politica che coinvolge milioni di contadini africani. Ora noi missionari non possiamo tacere e diciamo NO agli Ape. Appoggiamo quindi la posizione delle Chiese cristiane dell'Africa orientale: che venga concesso più tempo per discutere prima delle conclusioni dei negoziati; che venga offerta anche la possibilità di partecipazione al processo decisionale coinvolgendo i cittadini e i membri del Parlamento: perchè gli Ape siano legittimi vengano incluse nei negoziati tutte le parti in causa; che i negoziati degli Ape si adeguino ai processi democratici come la ratifica parlamentare dei vari Paesi.

Infine, noi missionari saveriani siamo indignati nel venire a conoscenza della decisione del Commissario europeo, Louis Michel, che minaccia di tagliare i Fondi europei dello sviluppo (Fed) del 48% se gli accordi non vengono firmati prima del 31 dicembre. Di quest'Europa che ricatta i poveri non vogliamo far parte. La missione impegna anche le politiche commerciali: dovrebbero migliorare la vita della gente, specie dei poveri,  proteggendo i diritti umani secondo i principi di giustizia e di equità, e tutto questo è già Regno di Dio.



Per scaricare la rivista accedi con le tue credenziali d'accesso o abbonati.

Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito