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Convegno di MO: “Nel tempo dell’incertezza…”

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Stiamo preparando il convegno di Missione Oggi del 2001, previsto per fine settembre. Vi rendiamo partecipi dei criteri che ci hanno guidati nella scelta del tema:
  • la continuità con il cammino percorso nelle precedenti edizioni. Gli ultimi due erano stati: “Dentro la globalizzazione, le nuove resistenze”. “Di fronte ai drammi del nostro mondo, al pensiero unico, all’abdicazione culturale: il coraggio della profezia”;
  • la necessità di lavorare sul lungo periodo, senza lasciarci catturare da visuali troppo miopi, che a prima vista possono sembrare più avvincenti, ma che in fondo sono sterili perché prive di un necessario orizzonte culturale.

Una seria prospettiva culturale ci sembra, infatti, un’esigenza prioritaria della nostra società, date alcune sue caratteristiche fondamentali: "l’inverno della politica", ormai totalmente slegata dall’etica; la banalizzazione di ogni valore e di ogni esperienza, che pone tutto sullo stesso piano, e che tutto fa rientrare in un linguaggio comune, accettato in modo acritico; l’assorbimento di ogni realtà nell’idea dominante, la dimensione economica, l’arricchimento come principio supremo; l’ostentata sicurezza di chi ha risposte facili per ogni evenienza.

Ci è sembrato importante, allora, prendere coscienza della profonda “incertezza” del nostro tempo e chiederci come gestire questa “fase di transizione”, quali valori vogliamo porre come comuni punti di riferimento: ad esempio, il senso del bene comune, il destino ormai planetario del genere umano, l’etica della comprensione, la convivenza, la cittadinanza, i diritti umani fondamentali, i nodi della democrazia…

La continuità con l’ultimo convegno, la vediamo in particolare nel richiamo che allora era stato fatto alla testimonianza forte di una serie di figure emblematiche del ‘900, nella cultura, nella politica, nella vita ecclesiale. Il prossimo convegno, proponendo una lettura della nostra situazione nell’ottica dell’incertezza, intende sottolineare la responsabilità che, sia a livello civile che ecclesiale, ci attende.

MISSIONE OGGI


NEL NOME DELL'INCERTEZZA

Nella vita-come-gioco dei consumatori postmoderni, le regole del gioco cambiano continuamente nel corso della partita. La strategia più ragionevole è quindi quella di chiudere la partita velocemente - in questo modo il gioco della vita, affrontato con intelligenza, porta a dividere la grande sfida onnicomprensiva, dalle enormi posto in gioco, in una serie di partite veloci e brevi con piccole poste in gioco. "La determinazione di vivere alla giornata" e "il raffigurarsi la vita quotidiana come una successione di piccole emergenze" diventano i principi guida di ogni condotta razionale.

Chiudere ogni partita velocemente significa evitare impegni a lungo termine. Rifiutare di sistemarsi in un modo o nell'altro. Non legarsi ad un posto. Non impegnare la propria vita per seguire una vocazione. Non giurare perseveranza e fedeltà a nessuno. Non controllare il futuro, ma rifiutarsi di ipotecarlo: fare in modo che le conseguenze del gioco non si trascinino oltre il gioco stesso, e rinunciare alla responsabilità per quelle che si trascinano. Impedire al passato di influenzare il presente. In breve, isolare il presente da entrambi i lati, separandolo dalla storia. Abolire ogni forma del tempo che non sia una piatta raccolta o una sequenza arbitraria di momenti presenti; un presente continuo.

ZYGMUNT BAUMAN.


NAVIGANDO ATTRAVERSO GLI ARCIPELAGHI DI CERTEZZA

Il futuro si chiama incertezza. È allora necessario insegnare ad affrontarla: a navigare in un oceano d’incertezze attraverso gli arcipelaghi di certezza…

L’etica deve formarsi negli spiriti a partire dalla coscienza che l’umano è nello stesso tempo individuo, parte d’una società, parte d’una specie. Ciascuno di noi porta dentro di sé questa triplice realtà. Allora, ogni sviluppo davvero umano deve comportare lo sviluppo congiunto delle autonomie individuali, delle partecipazioni comunitarie e del sentimento d’appartenenza alla specie umana.

Da qui si delineano le due grandi finalità etico-poliche del nuovo millennio: stabilire una relazione di reciproco controllo tra le società e gli individui, attraverso la democrazia; realizzare l’Umanità come comunità planetaria. Occorre non solo una presa di coscienza della nostra Terra-Patria, ma anche far sì che questa coscienza si traduca in una volontà di realizzare la cittadinanza terrestre. Da qui i due temi: insegnare la democrazia (democrazia e complessità, la dialogica democratica, il futuro della democrazia) e insegnare la cittadinanza terrestre (l’umanità come destino planetario: l’imperativo è di salvare l’umanità realizzandola).

EDGAR MORIN.



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