Nelle esperienze che presentiamo in questo dossier impegno e scelte di persone e gruppi si intrecciano, sollecitandole, con pratiche amministrative e istituzionali su diversi terreni.
L’attenzione al territorio in cui si vive si salda alla solidarietà con i popoli di Paesi lontani e impoveriti.
La costruzione di un’economia alternativa al neoliberismo passa dalla costruzione di Gas (Gruppi di acquisto solidale) a quella di reti e distretti di economia solidale, nei quali i criteri guida sono la salvaguardia dell’ambiente, l’uso rispettoso delle risorse energetiche, l’attenzione ai piccoli produttori locali e all’agricoltura biologica.
Sono più di quanto si creda i Comuni, le Province e le amministrazioni locali che hanno colto la rilevanza pubblica di questa realtà, il loro possibile riflesso sul piano delle scelte collettive, e si sono attrezzate proponendo strumenti e risorse. Hanno compreso che non sono solo i singoli o i piccoli gruppi a poter scegliere di adottare stili di vita più equi e sostenibili, ma anche le comunità rappresentate nelle istituzioni.
Hanno intuito che su questa strada la scelta politica può incontrare quella etica, che il cambiamento è possibile qui ed ora ed è già iniziato.
Abbiamo chiesto di riflettere sulle esperienze in atto, da questa visuale, a don Gianni Fazzini, Luca Gaggioli e Andrea Saroldi, aderenti alla Campagna Bilanci di Giustizia, che hanno iniziato a gettare ponti tra scelte personali di sobrietà e impegno collettivo per un mondo altro. A Marco Boschini, dell’Associazione Comuni Virtuosi, il compito di raccontarci esempi di scelte amministrative di alcuni enti locali.
