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Secondo l’Istituto Nazionale della Sanità durante tutto il mese di ottobre 2020 in Colombia, su una popolazione di circa 50 milioni di abitanti, il numero dei nuovi contagi si è attestato attorno ai 9-11mila casi giornalieri, mentre il numero dei decessi tra i 180 e i 200 al giorno. Il numero dei guariti supera il 90 per cento del totale dei contagiati. Ad oggi i guariti sono circa 970mila su poco più di 1 milione di contagi. In questo momento vi sono 71.168 persone positive.

Per avere una proporzione più realistica, possiamo paragonare questi dati con il caso italiano, che ha riportato nella stessa data (1 novembre 2020) circa 30mila nuovi casi e 200 decessi, ma a fronte di circa 150mila tamponi. Ebbene, in Colombia oggi si applica una media di 50mila tamponi al giorno. Ciò ci fa pensare che, a parità di numero di tamponi, il risultato sarebbe molto simile a quello italiano, con circa 30mila nuovi contagi al giorno e, quindi, sarebbe molto simile anche la letalità e il rapporto tamponi e positivi tra il 18 e il 20 per cento.

In questo momento tutte le attività nel paese sono aperte, tranne quelle educative che rimangono virtuali a tutti i livelli. Soltanto in alcuni fine settimana particolarmente festosi come questo di fine ottobre, si è decretato il coprifuoco in alcuni luoghi più colpiti dai contagi, che, anche qui, sono le metropoli: Bogotá, Medellín e Cali. Ora si preannuncia una nuova ondata di contagi per i primi di dicembre per cui si prevedono alcune restrizioni alla mobilità, ma in territori mirati e forse non generalizzate.

Per quanto riguarda l’impatto sociale del Covid-19 in Colombia, si registra un aumento della violenza di ogni tipo, con un’impennata di crimini legati all’uso della bicicletta; di uccisioni di difensori dei diritti umani, soprattutto indigeni. L’impatto economico sarà pari a circa 9 punti percentuali in meno del Pil nel secondo semestre del 2020.

Come elemento positivo, va detto che, malgrado tutto, il governo nazionale e quelli locali sono riusciti a migliorare la tenuta del sistema sanitario mantenendo, a tutt’oggi, una disponibilità di posti di cura intensiva pari al 40 per cento. Ma non sappiamo ancora quali siano le reali dimensioni della seconda ondata in Colombia.

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