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LUCA ATTANASIO, AMBASCIATORE DI PACE

LUCA ATTANASIO, AMBASCIATORE DI PACE

Siamo riuniti nel nome di Luca Attanasio, ed oggi il nostro desiderio è metterci alla scuola dell’amore di Luca per diventare ambasciatori di pace.

Un proverbio africano dice: «Quando mangi la noce, vedi la palma, ma chi l’ha piantata è tornato alla terra molto tempo fa». In altre parole, se oggi parliamo di pace e di speranza per il Congo è grazie a persone come Luca che non si sono voltate indietro di fronte all’ingiustizia ma hanno lottato, lavorato, perché il dramma del popolo congolese fosse conosciuto.

Pochi giorni fa papa Francesco in Congo ha detto:

“Tanta gente pensa: “l’Africa va sfruttata!” È terribile. Dopo il colonialismo politico, si è scatenato in questo paese un “colonialismo economico”. Il paese è depredato delle sue ricchezze e la gente è straniera a casa propria. Il veleno dell’avidità ha reso i suoi diamanti insanguinati.

È un dramma davanti al quale il mondo economicamente più progredito chiude spesso gli occhi, le orecchie e la bocca. È ora di dire basta: “giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare”.

Il Congo è grande 7 volte l’Italia, conta 110 milioni di abitanti. È uno dei paesi più ricchi del mondo eppure 6 persone su dieci vivono con meno di 2 euro al giorno. E’ pazzesco! C’è sfruttamento ovunque.

Durante la veglia di preghiera con le vittime della violenza nell’est del paese, il papa ha detto:

“Oggi ringrazio e benedico tutti i seminatori di pace che operano nel Paese. Alcuni hanno perso la vita mentre servivano la pace, come l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo, assassinati due anni fa nell’Est del Paese. Erano seminatori di speranza e il loro sacrificio non andrà perduto”.

Carissimi giovani del liceo “Carlo Porta” di Erba, noi siamo qui per sperare, sognare un futuro di pace per il Congo, per il mondo intero, nel nome di Luca Attanasio.

Che cos’è rimasto dell’Ambasciatore Luca Attanasio a due anni dalla morte? “Coraggio, umiltà, spirito di solidarietà, preparazione, amore e passione”. A dare questa risposta sono i 622 giovani del Liceo “Carlo Porta” di Erba (Co) che martedì 14 febbraio si sono riuniti nel nome dell’ambasciatore di pace.

Salvatore Attanasio, papà di Luca ha presentato la figura del figlio dicendo che “noi che siamo nati nella parte fortunata del mondo abbiamo il dovere morale di aiutare chi soffre. Luca ha scelto come slogan dell’Associazione ‘Mama Sophia’, da lui fondata insieme alla moglie: “ridisegniamo il mondo”, perché un altro mondo è possibile”.

L’immagine che porto con me sono gli occhi di papà Salvatore che mentre parla del figlio si illuminano, si inumidiscono. Un figlio che ha scelto con coraggio la carriera diplomatica per servire l’Italia ed è morto in Congo, per amore di un popolo che non conosceva ma di cui ha condiviso fino in fondo il destino.

Salvatore ha ripercorso le tappe della vita di Luca: dalle scuole medie alla vita in oratorio, dalle superiori fino alla Bocconi. Il 14 febbraio di tanti anni fa, a Casablanca, ha conosciuto Zakia che è divenuta sua moglie. Con lei il sogno di un mondo di pace ha assunto energia nuova. Hanno scelto di stabilirsi a Kinshasa, con le loro tre bambine ed infine ha concluso: “Ragazzi, il mio messaggio per voi è di credere nei vostri sogni”.

          Pierre Kabeza, attivista per i diritti dell’uomo in Congo ha ricordato la grande umanità di Luca. Per lui ogni uomo era un fratello. Pierre ci racconta due episodi emblematici: il primo riguarda l’Ambasciata di Kinshasa. All’esterno c’era una scritta: “chiedere il visto per l’Italia non è un diritto”. Appena diventato Ambasciatore Luca l’ha fatta cancellare.

Un secondo episodio riguarda l’auto diplomatica nel traffico della capitale di 16 milioni di abitanti. Luca vede un “ragazzo di strada” per terra. Ferma il veicolo, lo carica e lo conduce all’ospedale. La gente stupita si chiede: “com’è possibile che un Ambasciatore faccia questo mentre noi ogni giorno vediamo i ragazzi di strada e passiamo oltre?”.

Il resto dell’incontro è affidato alle risonanze dei ragazzi che uscendo dal cinema cantavano il mondo sognato da Luca Attanasio in cui: “Tutti, siamo una cosa sola”. Un grazie sincero a Paolo che ha coordinato il tutto e a Giusy Baioni che ha moderato magistralmente l’incontro.

PRESENTAZIONE DEGLI OSPITI

Salvatore Attanasio:

originario di Taranto, padre dell’Ambasciatore Luca Attanasio

Giusy Baioni:

originaria della Brianza, giornalista freelance e specialista dell’Africa, in particolare, il Congo dove è stata per la prima volta nel gennaio 2003. Scrive per alcune riviste missionarie e collabora con il Fattoquotidiano.it

Pierre Kabeza:

E’ un attivista congolese residente in Italia. In Congo era professore delle superiori e sindacalista degli insegnanti. A causa della sua attività sindacale è stato più volte minacciato ed ha dovuto lasciare il paese perché in pericolo di vita. E’ un Italia dal e svolge un’attività di informazione e sensibilizzazione sulla situazione del Congo.


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Pubblicato
15 Febbraio 2023
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