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Un volto nuovo per la nostra comunità!

Un volto nuovo per la nostra comunità!

A settembre appena varcata la soglia della nostra casa dello Studentato, mi sono accorto subito che c’era qualcosa di diverso: certo ho incontrato i confratelli con cui abbiamo condiviso insieme questi anni, ma sono stato anche accolto da tanti volti nuovi!

Sapevamo che sarebbero dovuti arrivare, ma quando me li sono trovati davanti, ho pensato: ma questa è davvero una nuova comunità!

Infatti quest’anno la comunità della teologia di Parma è stata benedetta dall’arrivo di ben 7 nuovi confratelli: Azist, Leri e Yudis dall’Indonesia; Pie e Sylvain dal Burundi; Gustave dal Congo e Francis nigeriano.

Un volto nuovo per la nostra comunità, un vento di novità formato da giovani talenti che arricchiscono la nostra Famiglia Saveriana.

Azist ha la passione per la chitarra e per la poesia, un po' come Yudis che però ama dedicarsi anche alla fotografia e al montaggio video e sogna un giorno di poter lavorare nel campo dei mass-media saveriani. Tutti i nuovi arrivati sono sportivi ma soprattutto Francis, Leri e Gustave amano molto il calcio, infatti proprio Gustave sognava di diventare un calciatore prima di conoscere i Saveriani che invece lo hanno spinto a giocare una partita un po' speciale, quella della missione.

È stato interessante scoprire come è nata la loro vocazione missionaria, in particolare: Francis viene dalla Nigeria, un paese dove come Saveriani non siamo ancora presenti ma ha conosciuto il primo missionario vivendo con la sua famiglia in Sierra Leone, si trattava di un confratello che era di passaggio per le sue vacanze e l’incontro con lui gli ha cambiato la vita. Allo stesso modo un po' anche Azist guardando un prete celebrare la messa per la prima volta, ha visto questo come qualcosa di bello e che anche lui potesse essere chiamato a questa vita e così è nato il desiderio di entrare in seminario dove poi ha conosciuto la nostra congregazione. Invece Leri grazie ad un suo amico ha scelto di entrare in seminario minore “per vivere una vita ordinata”, come dice lui. Ma ha dovuto lasciare il seminario per un periodo e così ha conosciuto i Saveriani: da quel momento ha iniziato ad ardere nel suo cuore il desiderio missionario.

Abbiamo chiesto a questi nuovi giovani missionari anche di dirci cosa si aspettano in questo tempo che trascorreranno a Parma e se avessero immaginato di essere destinati qui: per tutti ed in particolare per Sylvain e Yudis, Parma è il luogo dove ha avuto origine la nostra storia di Saveriani, e quindi sperano che tornando alle radici della nostra vocazione, possano imparare a vivere pienamente il nostro carisma missionario. Gustave ci ha detto: “non mi aspettavo di essere destinato a Parma, era l’ultimo dei posti in cui mi sarei aspettato di andare a studiare la teologia, anche perché a Parma c’era già stato mio fratello e non credevo che anche io avrei fatto lo stesso cammino”, infatti Gustave è il fratello di Serge Cibangala uno degli studenti che quest’anno hanno terminato la teologia a Parma.

Andando in profondità si scopre subito che questi giovani hanno nel cuore un ideale alto di missione: “per me la missione è testimoniare la fede nella vita quotidiana” dice Pie; “per me vivere la missione vuol dire essere umili e disponibili per servire, lasciarsi colpire dalla la sofferenza di quelli che sono lontani da Gesù e avere compassione verso tutti” afferma Sylvain. Un’ideale che trova anche riscontro nella realtà, si nota subito, infatti la loro disponibilità e prontezza nel servizio comunitario.

Sicuramente la bellezza di una comunità di teologia come la nostra è l’aspetto dell’internazionalità.

Come dice un canto che usiamo spesso nelle nostre celebrazioni “siamo arrivati da mille strade diverse…” e ora siamo un’unica famiglia! I confratelli che provengono dai posti più vari del mondo ci testimoniano che i missionari (che prima partivano solo dall’Europa) hanno fatto un buon lavoro: suscitando il desiderio di condividere la fede anche nelle giovani chiese.

In una comunità internazionale si vive quello che Conforti sognava: “fare del mondo una sola famiglia in Cristo!” qui non è solo una grande utopia, ma in parte anche una piccola realtà.


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Pubblicato
30 Settembre 2019
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