E' il giorno della partenza dal KM 48 alla volta di Bangkok, là dove la nostra missione era partita.
Stamattina mi reco con largo anticipo in cappella per la messa, ho il desiderio di ascoltare il silenzio, uno dei contesti privilegiati in cui Dio parla, si fa sentire. Nell'Eucarestia abbiamo messo sull'altare tutto quanto abbiamo vissuto in questa permanenza al nord della Thailandia: incontri, volti, parole dette e non dette, complicità, gioie, momenti di dubbio, ovverosia la nostra vita concreta.
Non a caso il Vangelo (Mt 23, 1-12) di oggi ci invitava a guardare oltre le apparenze, per andare dentro alle vite di ciascuno, alle storie delle persone, alla sostanza dell'esistenza.
Dopo un'abbondante colazione, ci siamo messi in viaggio: le 8 ore di distanza da Bangkok sono state allietate da buona musica, un gustoso pranzo e una tappa curiosa: abbiamo visto tante simpatiche scimmiette, che meraviglia!
Una volta arrivati alla casa saveriana di Khlong Toei, volti noti e anche nuovi ci hanno accolto: che bello rivedersi dieci giorni dopo, sempre in forma! Ci siamo raccontati le esperienze vissute reciprocamente, abbiamo condiviso la cena e poi pregato insieme, ringraziando il Signore per il dono della fratellanza e chiedendogli la grazia di essere sempre protesi verso l'altro attraverso empatia e gratuità.
E così ho ritrovato il senso della missione, quello per cui ho deciso di venire in Thailandia: essere sempre in cammino, sbilanciato verso il prossimo, alla sua ricerca, mai sradicato dalla roccia - il Cristo -, dalle mie origini, dalla mia storia, dalla mia voglia di volare alto e dalle mie cadute, con l'unico dichiarato scopo di vivere da fratelli tutti.
