Venezia: Pellegrinaggio dei giovani
La Salute e il Saverio - Per la solennità della Madonna della Salute, il 21 novembre, Venezia si mette in uniforme
Sul ponte di barche, improvvisato sul Canal Grande per facilitare il passaggio dei pellegrini, i primi a passare sono i giovani, vestiti in casual. Li guida il Patriarca, con i responsabili della Pastorale giovanile, partiti da San Marco.
Oltre un migliaio di giovani, giunti da tutto il patriarcato, hanno camminato, pregato, ascoltato.
La voglia di stare insieme
Quest’anno, quinto centenario della nascita di san Francesco Saverio, che nei luoghi dell’attuale basilica della Salute fu ordinato sacerdote, non poteva mancare un accenno al grande missionario dell’Oriente. Durante il rosario, recitato lungo il percorso, a ogni mistero è stato aggiunto un brano delle lettere del Saverio. In basilica, il patriarca Angelo Scola, ne ha fatto rivivere la figura con parole incisive e attuali.
Il Patriarca ha detto ai giovani di vivere "la compagnia cristiana", trasformando lo slogan "purché la vita non mi pesi" in "affinché la vita non mi pesi". Dunque, bisogna stare insieme. Ma come? "Come Maria, che ha aiutato gli apostoli a stare insieme fino a quando lo Spirito Santo li ha fatti esplodere, trasformandoli in uomini coraggiosi. Come san Francesco Saverio, una figura dell’altro mondo! Saverio è stato qui, ha pregato la Madonna, come noi".
Il Saverio ci teneva a lavorare insieme ai collaboratori e a stare unito agli altri compagni di Gesù: "Per non dimenticarmi di voi, porto sempre con me i vostri nomi, firmati personalmente da ciascuno di voi".
Donare la vita per trovarla
Il Patriarca ha indicato ai giovani la loro missione: testimoniare con i propri amici i valori della vita; l’amore bello e gratuito, senza chiedere niente in cambio; il lavoro come offerta e lo studio come lavoro. "Qualcuno potrebbe dire: «Signore, non capisco cosa c’entri questa fatica con la mia vita; ma la faccio, come il Saverio faceva il suo lavoro di missionario». Pensate: i bambini non gli davano il tempo di mangiare e di riposare; si è speso morendo giovanissimo; ma che voglia di vivere aveva il Saverio!", ha concluso il cardinale.
Mi pare di vederli tutti questi giovani, tornati alle proprie case, in famiglia, a scuola, nei gruppi, al campo sportivo, in discoteca... Sembrano chiassosi e spensierati come prima. Ma adesso si danno una mano. Sperimentano la gioia di una vita "trovata perché donata".
Tra loro, per la forza dello Spirito Santo, qualcuno potrà sviluppare l'aspirazione di donare tutto se stesso a
Dio e all'umanità nella vita missionaria, sacerdotale o religiosa. Lo Spirito che animò san Francesco Saverio non può venir meno.