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Una vita per la missione: Padre Arrigoni, da poco scomparso

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Padre Giuseppe Arrigoni è stato a Zelarino come economo e animatore dal 1997 al 2001. Appena ha saputo della sua morte avvenuta a Parma il 29 settembre, la signora Nadia si è affrettata a trasmettermi il biglietto di auguri, spedito alla sua famiglia a Mestre per la Pasqua del 2001:

"Buona Pasqua. La resurrezione di Cristo tenga sempre viva la speranza della nostra resurrezione futura. È là che si dovranno riferire e incontrare tutte le nostre strade... Pregate per me, affinché non resti soffocato dalle "acque alte" di Venezia. Ciao a tutti e buone feste pasquali. Padre Giuseppe".

I giovani gli volevano bene

Il biglietto riassume l'attività e gli ideali di p. Giuseppe, che ogni settimana si recava a Venezia per collaborare con mons. Lorenzo Rosada nel centro missionario (riferimento alle "acque alte"). Ora la sua strada è arrivata al punto d'incontro.

Suor Amata Gabriella, segretaria dell'ufficio missioni, mi ha detto: "I giovani erano entusiasti di lui. Trasmetteva con la parola e con la vita la gioia di poter servire il Signore nel suo disegno di salvezza per tutti. Si capiva che nella vita aveva saputo rispondere alle difficoltà con coraggio e tenacia, perfino con caparbietà, e lo stesso cercava di infondere in chi lo avvicinava. Spingeva i giovani a fidarsi di Dio nella loro vita. I giovani gli volevano bene".

Un missionario vero

Dalla Giordania, dove si trova per lavoro, Alberto Biancoli, figlio della signora Nadia, mi scrive: "Ricordo p. Giuseppe in un momento importante della mia vita: il passaggio dal liceo all'università, un periodo di scelte e smarrimenti. È stato il mio primo incontro con un vero missionario, con una persona che incarnava lo spirito missionario cristiano.

Padre Giuseppe era da qualche tempo rientrato in Italia a causa della sua malattia, ma il suo vivere la missione sembrava a me più vivo che mai. Anzi, nonostante la lontananza dall'Africa, la missione di p. Giuseppe ricominciava senza compromessi in una piccola comunità della provincia veneziana.

Ricordo la forza del suo messaggio evangelico, la semplicità con cui trasmetteva la radicalità dell'essere cristiano con piccoli gesti quotidiani, l'impegno nel donarsi agli altri. È stata una persona capace di lasciare un segno e trasmettere una parola viva nel cuore di chi lo ascoltava. Di lui mi piacerebbe trasmettere l'intensità di una vita donata alla missione, alla fede per Cristo e alla potenza del suo messaggio nel mondo".

Penso che neppure p. Giuseppe sapesse quante persone egli abbia aiutato. Gli abbiano voluto bene e ora preghino per lui; e lui, da lassù, interceda per noi.



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