Una regola di saggezza e prudenza
Papa Giovanni XXIII interviene nella crisi con un radio messaggio consegnato prima agli ambasciatori di Mosca e Washington e poi trasmesso dalla Radio Vaticana alle ore 12 del 25 ottobre 1962.
“(…) Mentre si apre il Concilio Vaticano II, (…), ecco che nubi minacciose oscurano nuovamente l’orizzonte internazionale e seminano la paura in milioni di famiglie. La Chiesa non ha nel cuore che la pace e la fraternità tra gli uomini, e lavora, affinché questi obiettivi si realizzino. Noi ricordiamo a questo proposito i gravi doveri di coloro che hanno la responsabilità del potere. E aggiungiamo: “Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dalle persone alle comunità, sale verso il cielo: Pace! Pace!”.
(…) Noi supplichiamo tutti i Governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Eviteranno così al mondo gli orrori della guerra, di cui non si può prevedere quali siano le terribili conseguenze. Che continuino a trattare, perché questa attitudine leale e aperta è una grande testimonianza per la coscienza di ognuno e davanti alla storia. Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra.
(…) Che a tutti gli artigiani di questa pace, a tutti coloro che con cuore sincero lavorano per il vero bene degli uomini, vada la grande benedizione che noi accordiamo loro con amore al nome di Colui che ha voluto essere chiamato Principe della Pace (Isaia 9,6)”.