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Una notte così… Solo l’amore la può inventare

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Nostalgia della Sierra Leone

Il popolo camminava nelle tenebre, senza riparo e senza sostegno; come un gregge disperso, errava lungo le strade. La notte era opaca e densa, come prima della creazione; il sole era scomparso, la luna si era nascosta.

Oggi come allora. Eppure a Betlemme...

Non è solo l’immagine profetica di tremila anni fa, che leggiamo nel libro biblico di Isaia. È anche la realtà dell’umanità di ogni tempo, sempre alla ricerca di se stessa, di qualcosa o, meglio, di Qualcuno che dia senso e valore alla vita, alle gioie e ai dolori di ogni giorno, alle speranze e ai fallimenti…

Non è forse la situazione della nostra umanità di oggi, così aperta a progetti e sogni nuovi, ma nello stesso tempo così carica di paure e di incertezze?

Eppure in quella notte, in qualche parte della Giudea, vicino alla città di Davide, per alcuni pastori che vegliavano a turno il loro gregge vicino al fuoco acceso, improvvisamente la notte divenne luminosa; improvvisamente la notte divenne santa; e la gloria di Dio li avvolse in un chiarore inaspettato e meraviglioso.

Sentirono canti di rara bellezza: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, pace agli uomini che Egli ama. Vi annuncio la buona notizia: il Salvatore tanto atteso è appena nato, qui vicino; andate da lui…”. In fretta partirono per Betlemme ed è là che trovarono Maria, con Giuseppe e il Neonato nella mangiatoia.

Da quella notte in poi

È venuto già da molto tempo il Bambino della notte di Natale. Da allora, il Figlio di Dio diventato figlio dell’uomo, si presenta alle porte delle nostre case, bussando discretamente per essere accolto e vivere assieme a noi, come uno di noi.

Da quella notte in cui gli angeli hanno cantato, Egli continua a distribuire se stesso e tutto quello che ha, in dono agli affamati in attesa di vita, ai poveri in attesa di bontà, agli affaticati in attesa di coraggio.

Da quella notte di Natale, Egli sta accanto a noi, in mezzo a noi, come un mendicante, spesso non riconosciuto. Un mendicante strano, perché non domanda niente; perché è venuto solo per dare.

Da quella notte in cui il Cielo è stato messo al mondo sulla terra, Egli fa appello alla nostra accoglienza, continuamente. Se lo accogliamo, se la sua Parola cresce nei nostri cuori, se prendiamo sul serio il suo vangelo, allora la sua nascita si compie definitivamente nel nostro mondo.

Se nella notte del prossimo Natale noi accogliamo il Bambino appena nato, allora nelle nostre famiglie e comunità nascerà la bellezza di Dio. Noi saremo il presepio dell’umanità.



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