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Le buone tradizioni rimangono, anzi è bello viverle insieme agli amici. In questo caso, con i presbiteri delle diocesi in cui lavoriamo noi saveriani di Zelarino (Padova, Treviso e Venezia). Siamo alla Festa per san Francesco Saverio n° 73 (si era iniziato nel 1947, poco dopo l’apertura della casa in via Visinoni).

Molta gente ha vissuto qui (missionari e ragazzi) e molti amici e benefattori hanno permesso che tutto potesse andare avanti. È normale dire loro il nostro “grazie”. In questa occasione lo diciamo ai presbiteri che ci sono stati vicini in tanti modi. Quest’anno, è venuto a incoraggiarci e a farci sentire di più in sintonia con san Francesco Saverio, p. Mario Mula, vicario generale dei saveriani. Con lui una trentina di presbiteri della diocesi di Venezia e alcuni di Treviso. Dopo il vangelo, p. Mario ci ha ricordato quello che ha detto il nostro fondatore san Guido Conforti: “Abbiamo accettato l’audace progetto dell’annuncio Ad Gentes”.

San Francesco Saverio era un tipo pronto e deciso nel realizzare la sua vocazione missionaria. Come dicono i suoi biografi, si dedicava alle persone durante il giorno, mentre la sera trovava il tempo per la preghiera intensa. Era un tipo con i piedi ben piantati per terra e non cercava privilegi. Aveva l’urgenza (lo scrive spesso nelle sue lettere) di annunciare Cristo a tutte le nazioni e si aspettava che anche altri fossero conquistati da questa urgenza. I saveriani, fin dalla fondazione, sono riconoscibili per queste tre cose “Ad Gentes (a tutte le nazioni), Ad extra (uscire fuori dalla propria terra) e Ad vitam (per tutta la vita)”.
Ora c’è anche l’Ad Gentes qui in Italia. Sono arrivati molti non cristiani in mezzo a noi e quindi, collaborando con la chiesa locale, prima di partire “ad extra” cerchiamo di sollecitare i cristiani d’Italia all’urgenza dell’annuncio del vangelo. I non cristiani tra noi, come diceva qualcuno, “sono una visita di Dio” in mezzo a noi e richiede che tutti si impegnino nell’annuncio. Noi saveriani vogliamo collocarci “nella chiesa come una memoria missionaria, in qualunque luogo ci troviamo”.

Nel frattempo, i nostri superiori hanno deciso di chiudere la casa di Zelarino entro il 2020, a causa della mancanza di vocazioni italiane e dell’età che avanza. Naturalmente, continueremo a tenere i contatti con tutti gli amici conosciuti in questi anni di lavoro insieme. Ci dispiace molto, ma sappiamo che il Signore saprà trasformare questa tristezza in gioia per qualcosa che ancora non conosciamo, ma che produrrà cose buone. Nessuno può tirarsi indietro, e in qualunque luogo il Signore ci chieda di andare, cerchiamo di fare del nostro meglio per vivere lo slancio missionario. Anche in questa occasione di festa, vogliamo ringraziare tutti quelli che in questi primi 74 anni a Zelarino e dintorni ci sono stati vicini in tanti modi. Che il Signore Gesù li ricompensi.



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