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Una devozione speciale, Con tanti fraterni auguri

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L’influsso benefico che san Francesco Saverio ha avuto nei paesi dove ha vissuto e lavorato è stato grande. Durante i secoli, il suo esempio ha attratto tante persone a imitare il suo esempio, dedicando tutta la vita alla predicazione del vangelo tra le genti. L’importanza della sua attività è stata colta a livello non solo di chiesa, ma anche di società civile.

Francesco Saverio e il Conforti

Noi saveriani, in particolare, ci chiediamo: perché mons. Conforti ha voluto darci questo nome e non un altro? Perché non ha voluto che ci chiamassimo “Confortini”, perpetuando così il suo nome, come è successo per tanti istituti religiosi e missionari? Ha invece voluto che ci chiamassimo “pia società di san Francesco Saverio”, divenuto in seguito “Missionari Saveriani”.

Scriveva mons. Conforti nelle costituzioni, che egli ci ha lasciato l’anno stesso della sua morte (1931), che la nostra congregazione “prende nome e ispirazione dal glorioso apostolo delle Indie”. Poche parole, secondo il linguaggio allora in uso per le costituzioni. Ma per noi saveriani sono parole importanti. In un altro passo delle stesse costituzioni egli invita i missionari ad avere “una speciale devozione per san Francesco Saverio e per gli apostoli, che hanno tanto operato e patito per la dilatazione del regno di Dio; e li considerino come modelli insigni da imitare e intercessori potenti presso Dio”. Ispirazione e modello, dunque.

Missionario vero è il santo

Si può capire allora perché il nostro fondatore mons. Conforti ha voluto darci il nome di questo santo missionario: il Saverio. Voleva dirci che per essere interamente dediti alla missione, noi dobbiamo essere interamente di Dio. È quello che ci ha insegnato papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Missio, scrivendo: “il vero missionario è il santo”.

È anche per questo che il beato Conforti ha voluto che i suoi missionari siano dei “consacrati” nella vita religiosa. La missione è un compito così superiore alle sole forze umane che può essere opera solo di Dio. Essere “consacrati” vuol dire questo: mettersi a disposizione di Dio totalmente, perché sia lui ad agire attraverso di noi.

Gli auguri saveriani

Cari saveriani e cari amici dei saveriani, quale augurio formulare per il 2006, per questo speciale “anno saveriano”? Lo farò con le parole stesse con cui san Francesco Saverio concludeva alcune sue lettere. Scriveva così: “Che Dio vi conceda di sentire la sua santa volontà e, una volta sentita, di avere le forze potenti e le grazie per compierla in questa vita nella carità”.

Buon 2006, con il Saverio e con i saveriani!



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