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Un ritorno al… futuro! A Goma, RD Congo

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Ilaria e il fidanzato Jacopo di Camerano nel luglio 2011 sono tornati a Goma, in Congo, dove già avevano vissuto un'esperienza missionaria. Ci raccontano questo secondo tempo e di una bella iniziativa di solidarietà, nella speranza che altri giovani si appassionino alla missione. 

Dopo quattro anni rieccoci a Goma, nella repubblica democratica del Congo. I bambini che abbiamo lasciato, ora sono adolescenti; i ragazzi che avevamo conosciuto, hanno messo su famiglia; i missionari saveriani si sono dati il cambio e la chiesa è terminata e funzionante!

Alle falde del vulcano Nyiragongo

Sembrerebbero sciocchezze queste che ho elencato, ma per noi sono stati segni significativi, che ci hanno commossi man mano che li abbiamo scoperti. Come allora, anche questa volta abbiamo seguito la colonia estiva dei bambini delle elementari della scuola dei saveriani. Le aule sono aumentate di numero e quindi anche i bambini che possono ricevere un'istruzione.

Il messicano p. Guillermo Jiménez, soprannominato "padre Memo", ci ha portato alla riscoperta della missione. Essa, infatti, non si esaurisce nella colonia estiva né nelle numerose attività che si svolgono attorno alla nuova chiesa, ma porta l'annuncio nei villaggi lontani, quelli alle falde del vulcano Nyiragongo. Pensate che la parrocchia ha un'estensione di circa 16 chilometri quadrati e include circa 40mila persone!

La chiesa di Sant'Antonio

Siamo rimasti piacevolmente colpiti dall'intraprendenza di un gruppo di mamme di un quartiere della missione. Quando non c'è Messa, nella piccola chiesa di legno del quartiere queste donne utilizzano lo spazio e le panche per cucire. Hanno chiesto un aiuto ai saveriani: "Padiri (che significa "padre") abbiamo solo tre macchine da cucire... Potremmo averne qualche altra? Così potremmo aprire un piccolo atelier e lavorare!".

"Questo quartiere - ci racconta padre Memo - è molto laborioso. Pensate che sono stati loro a chiederci di poter costruire una chiesetta qui perché volevano un luogo vicino in cui potersi riunire con il Signore! Inoltre hanno costruito loro stessi la chiesetta, con le loro forze, senza chiederci aiuti! Non si trovano facilmente persone così! È per questo che vorrei venire incontro alle richieste di queste mamme".

Tornati in Italia, l'amicizia nata con p. Memo è continuata via "skype". Ci ha aggiornato sull'inizio della costruzione da parte del quartiere di una nuova chiesa intitolata a sant'Antonio, più grande, perché i fedeli la domenica sono sempre più numerosi. E quando gli abbiamo chiesto come aiutare la missione, ci ha risposto che potevamo trovare dei fondi per la nuova chiesa e per quelle macchine da cucire.

Così è nato il piccolo progetto "Cuciamo insieme un'amicizia!".



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