Skip to main content

Un racconto che ci riguarda: Cambiano le parole, ma non solo...

Condividi su

Ai nostri giorni, il linguaggio cambia rapidamente, non solo da parte dei giovanissimi, che sui loro cellulari scrivono messaggi spesso incomprensibili a noi più adulti. Cambia anche il linguaggio religioso, quello che viene utilizzato nelle prediche, nelle conferenze, nelle meditazioni. Qualche esempio: "accorgersi" va insieme a "convertirsi"; "affidarsi" accompagna il "conpidere"; "accogliere" sta al fianco di "impegnarsi". Ma perché questo cambiamento?

La nostra vera felicità

A pensarci bene, cambia il soggetto dei nostri pensieri. Nei primi tre vocaboli, il soggetto principale siamo noi. Noi che ci convertiamo e il nostrosforzo; noi che conpidiamo e il nostro buon cuore; noi che ci impegniamo e la nostra volontà che si spreme...

I nuovi vocaboli, entrati nel nostro linguaggio, ci fanno scoprire cose nuove e belle, il cui soggetto non siamo più solo noi, ma anche gli altri, il tempo, Dio. Chi ci guida nelle vicende della vita è il Signore e le persone che ci circondano. Da soli, anche affannandoci molto, non riusciamo a orientare la vita e il mondo come vorremmo. Non ci resta che "accogliere" ogni istantedella nostra vita nel modo più gioioso possibile; "accogliere" ogni personacome la più importante, seguendo le parole del Signore: "accogliete i più piccoli come fossi io".

Se ci lasciamo coinvolgere da questo nuovo linguaggio, possiamo cogliere il momento e il luogo in cui viviamo, in modo nuovo. La nostra preoccupazione non sarà più quella di trovare la felicità e la soddisfazione di esserci convertiti, o di aver conpiso quello che abbiamo, o di esserciimpegnati mettendocela tutta. La felicità non è soltanto una meta da raggiungere, ma anche la riscoperta del momento stesso che viviamo.

Un sogno già realizzato

Se siamo capaci di accorgerci che ciò che viviamo è un dono e lo accogliamo come il momento più bello della nostra vita, se ci lasciamo trasportare da questa gioia, per confidarla e affidarla anche agli altri, non ci resta altro che pensare a quel momento come l’anticipo di quello eterno.

Mentre facevo queste riflessioni, mi sono fatto una domanda. Qui a Roma, in via Aurelia, alcuni fratelli saveriani che vengono da tutte le parti del mondo, studiano e vivono in comunità. Perchè non spalancare gli occhi e accorgermi che qui c’è già un pezzo di sogno pino che si realizza?

Se allargo il mio cuore, mi accorgo che il Regno di Dio è già presente, vicino e in mezzo a noi. Non l’ho costruito con le mie mani; mi è stato donato. Perchè allora non accoglierlo? Perché non affidarmi a un progetto così bello? In fondo, il futuro non è solo un sogno; lo sto già gustando e vivendo.

Per una cena in riva al lago

Questo è il racconto della parabola della casa saveriana di via Aurelia. Quattordici amici, differenti per età, nazione e gusti, sono capaci dibanchettare insieme alla mensa della sapienza. Ciascuno raccoglie un po' di "cultura" nelle università romane che frequenta, come studente o come insegnante.

Tutti siamo accomunati da un unico sogno, per il quale siamo qui: il regno promesso dal Signore Risorto. Ci siamo accorti che già lo viviamo nel nostro cuore, perchè l'abbiamo accolto come il dono più bello. Ci affidiamo al progetto di Cristo, mentre ci prepariamo a incontrare i popoli presso i quali egli ci manderà, a testimoniare il suo vangelo. Lui è già in mezzo a loro e ci attende. Come ha fatto con i suoi discepoli, ha già acceso il fuoco e sta preparando una cena calorosa, sulla riva del lago, anche per ciascuno di noi.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2463.36 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Dicembre 2020

Una giornata ricca di spiritualità

Frati e suore di Maria, della Famiglia mariana Le Cinque Pietre, siamo arrivati a Ravenna, accolti dai missionari saveriani, grazie alle carmelitan...
Edizione di Ottobre 2000

P. Casula: Il missionario non può mettere radici

E' tempo di migrare Carissimi amici, prendo l'occasione di questo numero del nostro giornale per salutarvi e ringraziarvi per l'amicizia che ci ha...
Edizione di Maggio 2001

Vocazione sotto le forche caudine

È implicato un leggendario personaggio, sceso da Capriglio, sugli Appennini parmensi. Il nome dipinge il sito, uso a dormire sulla paglia, i tratti...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito