Un po’ di Burundi anche a Taranto
A chi non lo conosce, posso dire che il Burundi è un piccolo stato del centro Africa. È vicino al Ruanda e confina con il lago Tanganika e il Congo. Ha avuto tanti problemi, tra cui una brutta guerra. Ora, dice suor Beatrice Kamarisa, che è venuta a trovarci al centro missionario, sembra godere di un po’ di calma. E chissà che non duri, in modo che i bambini possano diventare grandi in pace!
Un bel gemellaggio
Suor Beatrice fa parte delle “discepole di Cristo”, che lavorano nella missione di Bururi. Accompagnano le comunità di base, testimoniando l’amore fraterno; fanno apostolato nelle scuole, nei centri per handicappati, negli ospedali, nelle prigioni, nelle parrocchie e con le famiglie.
Ma cosa c’entra Taranto? È una storia che risale all’amicizia tra il vescovo della città, mons. Motolese, e quello di Bururi, mons. Bududira. All’inizio, il progetto è stato sponsorizzato dal centro missionario e ora viene continuato dalla parrocchia dello Spirito Santo.
Lo scopo è far crescere un piccolo ospedale con centro di maternità, grazie a un gemellaggio tra la parrocchia e il Burundi.
La fantasia dell’amore non ha limiti; infatti, si cerca di aiutare anche poveri e bambini, e una volta all’anno alcune persone partono per il Burundi.
Oltre le etnie…
Il desiderio è di allargare l’iniziativa ad altre parrocchie della diocesi di Taranto, facendo conoscere l’esperienza di chiesa del Burundi, con le sue problematiche e le cose belle che si realizzano ogni giorno. Tutti sono invitati a conoscere per amare.
Suor Beatrice ci parla anche delle comunità di base. Sono formate da adulti che vivono in un quartiere o su una collina e si riuniscono una volta la settimana. Pregano, ascoltano la Parola di Dio, la condividono e la trasformano in preghiera. Poi si scambiano le notizie e i problemi di ogni giorno.
La comunità è formata da persone di diversa etnia (tutsi e hutu) e quindi è un modo per superare le barriere e costruire qualcosa di nuovo insieme.
Gli incontri di formazione
Ora noi non possiamo più rimanere indifferenti. Non ci è chiesto di dare solo un contributo economico, ma di cambiare stile di vita, di far conoscere a tutti che l’Africa ha tante belle cose che ci possono aiutare a crescere.
Per questo il centro missionario diocesano ha organizzato incontri di formazione per animatori presso la parrocchia Santa Rita. E anche i saveriani di Lama offrono il loro contributo alla formazione con incontri mensili fino a giugno.
Dobbiamo conoscere e formarci. Allora qualcosa potrà cambiare e aiuterà anche a togliere i pregiudizi che abbiamo su tanti popoli del mondo.