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Un missionario per amico /8: Giornata del vescovo santo

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Mons. Conforti pregava molto, ogni giorno. A tutti i suoi missionari insegnava: "La preghiera è la cosa più grande che un uomo possa fare sulla terra!".

La sua vita di preghiera

Alle 5,30 del mattino è ancora buio... Ma il Conforti è già in cappella, al lume della lampada al Santissimo, a pregare. Prega in ginocchio, senza appoggiare i gomiti, il volto tra le mani. Quasi sentiamo le sue suppliche: "Signore, proteggi i missionari, donaci preti santi, rafforza la fede del popolo, converti i peccatori...".

Il pomeriggio recita i salmi e prega intensamente e con grande raccoglimento. Il suo cameriere testimonia: "Quando prega non si accorge di niente. Per chiamarlo, devo andare vicino e toccarlo!". Un giorno il rettore dei saveriani gli manda una lettera urgente per mano di due giovani studenti; questi, vedendolo assorto, bisbigliano: "Guarda come prega! Non possiamo disturbarlo. Aspettiamo...".

Il primo giovedì del mese, il vescovo va nella chiesa di san Rocco, a Parma, e partecipa all'Adorazione notturna (dalle 21 in poi); vedendo l'esempio del loro vescovo, tanti fedeli si uniscono a lui per il tempo che possono.

Accoglie tutti come un padre

In mattinata, dalle 9 alle 13, riceve la gente: preti e fedeli, ricchi e poveri..., senza distinzione. Conforti va incontro a ogni ospite con le braccia allargate e il volto sorridente: "Venga, si sieda. Mi dica, come sta?...". In sala d'attesa c'è varia gente; tutti commentano: "Che gentile il nostro vescovo! È sempre contento di vederci! Ascolta tutti come un padre!".

Conforti riserva un'attenzione speciale per i suoi preti. Molti sacerdoti di Parma hanno testimoniato: "Il nostro vescovo ci aiuta sempre: si preoccupa della nostra salute e della nostra santità!".

Un giorno, era ormai ora di andare in duomo e i chierichetti erano pronti con le candele e la croce per accompagnarlo, quando arriva un povero operaio che gli dice: "Monsignore, grazie per avermi trovato lavoro, ma non ho neppure un badile!". Conforti, sorridendo gli porge un'offerta e gli dice: "Ecco, comprati gli arnesi e fa' bene il tuo lavoro!". La sua cuoca racconta: "Se veniva un povero e non aveva denaro pronto, il vescovo veniva in cucina a chiederlo".

Camminando per le vie della città

Il pomeriggio mons. Conforti fa volentieri quattro passi in città, generalmente con il suo segretario: "Andiamo a incontrare la gente, a visitare i malati...".

In Piazza Garibaldi c'è sempre gente a gruppetti, che discute animatamente e parla di tutto. Al suo passaggio tutti ammutoliscono e tolgono il cappello; qualcuno saluta anche: "Buona sera, monsignore!". Un giorno un tale, indicando la statua di Garibaldi immobile con il berretto in testa, esclama: "Dovrebbe togliersi il cappello anche quello lì!".

Ogni sabato pomeriggio si reca Oltretorrente, alla chiesa dell'Annunziata per confessarsi. Lì vivono i frati minori; tra loro, anche il famoso fra' Lino, l'apostolo della carità, riconosciuto e amato da tutti i Parmensi. Il suo vero nome è "padre Lino Maupas" (vedi nel sito http://www.padrelino.it/lavita.htm). La sua bontà gli faceva scusare ogni comportamento dei suoi assistiti. Diceva spesso: "I miei poveri, i disperati, i carcerati sono tutti buoni...". Anche il vescovo apprezzava la sua dedizione, ma avrebbe voluto qualcosa di più: "Fai bene a vedere «Cristo in tutti», ma ricordati di insegnare loro il catechismo!".

"Come fa a pregare tanto!"

Mons. Cazzani, vescovo di Cremona, nell'omelia per il funerale di mons. Conforti, si domandava: "Come fa un vescovo malaticcio a star dietro a tante cose e a pregare così tanto?".

Anche i suoi missionari cercano di pregare molto e di accogliere tutti con amore e pazienza. Certo, possono sempre fare ancor di più, e meglio!

continua...



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