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Un mini-Concilio degli istituti Missionari

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Sul Tema "Impegnarsi per il mondo intero" - Missione e giustizia a confronto:

220 Istituti missionari riflettono sul futuro della missione

Il cardinale Sepe, che da circa un anno è alla guida della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha convocato i superiori e le superiore di tutti gli Istituti missionari o che hanno delle missioni loro affidate. L’incontro di cinque giorni pieni, avvenuto a Roma alla fine di maggio, è il primo di questo genere nella lunga storia delle missioni. Ce ne parla p. Rino Benzoni, superiore generale dei Saveriani, in una sua lettera qui riportata.

Obiettivo dell’incontro

Attraverso uno scambio di esperienze tra gli Istituti che operano attivamente nelle missioni si è cercato di trovare vie e modi affinché i vescovi e i missionari diventino sempre più sensibili all’impegno missionario, che deve diventare una preoccupazione costante nella pastorale della chiesa. Il fatto che circa 220 Istituti maschili e femminili abbiano accolto l’invito del cardinale, significa che c’è l’esigenza di incontrarci ed ha dimostrato che l’attività missionaria della chiesa è vivace. Oltre agli Istituti di origine europea, erano presenti anche nuovi Istituti sorti recentemente in paesi considerati "di missione". In modo anche visivo, per i colori degli abiti e dei volti, abbiamo scoperto che ogni carisma - dal contemplativo all’attivo, dal caritativo all’educativo - si è da tempo aperto alla missione.

Segni di speranza e difficoltà

Ogni gruppo avrebbe dovuto indicare / analizzare alcuni segni di speranza e di vitalità ed alcune difficoltà e problemi principali. Ma alla fine è venuta fuori una lunga lista. Vorrei richiamare solo alcuni aspetti.

1. La coscienza missionaria delle giovani chiese è vivace: in vari paesi sono nati nuovi Istituti missionari; inizia lo scambio dei Fidei Donum (preti per la missione) tra giovani chiese; le vocazioni che entrano nei vari Istituti sono moltissime; il contributo dei laici - specialmente donne - alla missione evangelizzatrice della chiesa è convinto. Tutti gli Istituti hanno sottolineato l’impegno nella formazione delle vocazioni.

2. L’inculturazione, la parola più spesso pronunciata. C’è un forte desiderio che il vangelo acquisti diritto di cittadinanza in ogni paese. Troppo spesso, a torto o a ragione, il cristianesimo viene bollato come religione straniera.

3. Il rapporto tra missionari e chiesa locale deve essere chiarito. I vescovi, presi dai bisogni di personale per la pastorale, dimenticano le diverse esigenze dei carismi.

4. Le missioni dipendono ancora troppo dal denaro: i missionari sono spesso visti come gente ricca e che perciò devono farsi carico di tutti i problemi del mondo.

La cosa che più mi ha colpito

Durante questo incontro, in relazione ai tanti Istituti che svolgono attività missionarie, una cosa mi ha colpito in modo particolare. Mi è apparsa più chiara la specificità del nostro Istituto. Noi saveriani - e come noi alcuni altri Istituti missionari - abbiamo come carisma esclusivo l’annuncio del vangelo ai non cristiani. Il confronto con gli altri è stato per me come uno specchio che mi ha permesso di vedere meglio noi stessi.

Dove sta la differenza? Senza voler togliere nulla a nessuno, tante Congregazioni danno il proprio contributo all’evangelizzazione attraverso opere ed attività che sono conformi al loro carisma e, allo stesso tempo, rispondono ai bisogni della gente; ad esempio, scuole, ospedali, dispensari, parrocchie eccetera. Queste opere restano loro per sempre: la scuola dei Salesiani, l’ospedale dei Camilliani, la parrocchia dei Gesuiti e così via. Il nostro carisma, invece, è legato all’evangelizzazione direttamente e a 360 gradi; ci chiede di andare sempre oltre, dove è più grande il bisogno di primo annuncio del vangelo; dove Cristo non è ancora conosciuto. In questo senso, noi siamo ovunque e sempre provvisori, disposti, appena possibile, a passare ad altri tutto ciò che abbiamo iniziato e compiuto, per andare altrove.

Dobbiamo continuare a riflettere su questo aspetto importante, per evitare il rischio di prendere uno stile sedentario e di uniformarci al resto del personale impegnato nella pastorale. La chiesa locale avrà sempre tanti bisogni da soddisfare, ma non potrà mai impedirci di sganciarci per andare altrove.

Noi dobbiamo chiarire con la chiesa locale il significato del nostro carisma: "cercare sempre nuovi cammini di annuncio del vangelo a quanti ancora non lo conoscono".

p. Rino Benzoni, sx - Superiore generale dei Saveriani.



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