Un mercatino di questo mondo, Fede e solidarietà si dan la mano
L'anno della fede ci ricorda che la fede non serve solo in chiesa. La fede è importante anche quando si è in mezzo alla gente, dove tutti cercano risposte concrete per le situazioni della vita: quelli che credono in Dio, quelli che non ci credono, e quelli per i quali Gesù e le beatitudini appartengono al passato.
Il volto pubblico della fede si intravede comunque con maggiore splendore quando fede e solidarietà si uniscono a rendere possibili le adozioni di bimbi di altri continenti. Oppure quando le calamità arrivano a minacciare l'esistenza dell'umanità. Allora la solidarietà trova la forza di chiamare a raccolta tutti gli uomini di buona volontà e la fede la rinvigorisce con motivazioni forti di fraternità e di salvezza universale.
L'ospedale nel Madagascar
Mi è capitata la ventura di seguire il percorso di un gruppo parrocchiale per rendere operativo un ospedale nel Madagascar. Il loro progetto è già entrato nel settimo anno di vita e non ha mai subito flessioni né ritardi. Ha dei momenti forti: il primo, in occasione del Natale, quando il gruppo allestisce un mercatino di artigianato malgascio. Il secondo momento forte è quando gli abitanti del villaggio di Moramanga dispongono della solidarietà offerta dagli amici italiani, per realizzare servizi e cure per le malattie infettive.
I contributi dei primi tre Natali erano stati assorbiti nella costruzione dei muri e del tetto del futuro ospedale. Dopo il quarto Natale, dall'Italia era partita l'attrezzatura della sala operatoria. L'anno seguente, i malati avevano abbandonato le stuoie stese per terra, per adagiarsi su letti dignitosi.
Quest'anno il gruppo degli amici italiani ha voluto dare priorità alla richiesta partita dai malati infettivi di Moramanga: "Fateci dono di un tabernacolo, per assicurare la presenza di Gesù Eucaristia in mezzo a noi".
L'assegno della sera
Arrivò la domenica del mercatino della solidarietà con il Madagascar. Ma gli oggetti in esposizione non attiravano la curiosità dei passanti. E poi alcune battute, raccolte qua e là: "Con tutta la fame che c'è nel mondo, non avete cose più utili da chiedere?". Qualcuno si era avvicinato ai volontari quasi per suggerire loro: "Se volete raccogliere soldi, abbiate almeno l'accortezza di far vedere facce di bambini dimagriti dalla fame...".
Due ragazzi che avevano il compito di percorrere le vie mostrando lo slogan della raccolta sono stati apostrofati da una signora: "Ragazzi, da dove vi viene tutta questa voglia di far ridere la gente?". Uno dei ragazzi le ha risposto con prontezza: "Signora, ma lei si ricorda la gioia che ha provato il giorno della sua prima Comunione?".
Nel pomeriggio le reazioni si diversificarono. Aumentò il conto di giovani che dicevano ai volontari del mercatino: "Abbiamo la casa già piena di oggetti, ma siamo contenti di contribuire al vostro progetto con un'offerta". Altre persone seguirono il loro esempio. Sull'imbrunire una coppia di signori avvicinò una volontaria: "È vero che la richiesta del tabernacolo per avere sempre il Signore con loro è partita dai malati di Moramanga?". Quando questa annuì, i due posero la firma su un assegno bancario.
Il tabernacolo è realtà
Si dice che a bocce ferme si ragiona meglio. Il detto vale anche per la campagna del tabernacolo dei malati infettivi di Moramanga, in Madagascar. Il ricavato economico di quest'anno dedicato alla fede è un risultato più importante dei precedenti...
Cari amici, a me il progetto di quel gruppo ha aggiustato alcune idee sulla fede. La fede è libertà; la fede è risposta a una chiamata; la fede è e rimane sempre un incontro con Gesù Cristo, che ti cambia la vita.