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Un grazie a p. Costantino “Ngoja-Ngoja”

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Un saveriano amato dalla gente e dai giovani

A Parma, nella casa madre dei missionari saveriani, alle 7.30 di domenica 15 settembre 2002, è morto il padre Costantino Mogliani. Affetto da tumore diffuso, è mancato per una improvvisa emorragia: in serenità e silenzio, così com'era vissuto. Aveva 82 anni compiuti, essendo nato il 30 luglio 1920 ad Apiro, in provincia di Macerata.

Il padre Costantino entrò tra i saveriani nel 1933 a Poggio San Marcello, nella casa apostolica aperta dal beato Conforti stesso nel 1925, per accogliere gli aspiranti missionari delle Marche e del Centro Italia. Nel 1936 Costantino passò a Grumone per il ginnasio superiore. Nel 1938 iniziò l'anno di noviziato a San Pietro in Vincoli e il 12 settembre 1939 prese gli impegni della vita religiosa missionaria. Dal 1939 al 1947 fu a Parma, studente di liceo e poi di teologia. Fu ordinato sacerdote il 23 febbraio 1947.

Sono questi gli anni in cui si rivelano le qualità del p. Costantino. Tutti hanno avuto modo di conoscere e gustare la sua  coscienza delicata, umile e semplice, la sua volontà forte e costante, con un fondo di timidezza". Proprio così lo avevano descritto i suoi primi formatori a quel tempo.

Al termine della teologia il p. Costantino fu subito inviato alla comunità del liceo saveriano di Desio, appena aperto e quindi alle prese con i numerosi problemi degli inizi. Si trattava di sistemare la Villa Tittoni adattandola alle esigenze, per quanto contenute, di una numerosa comunità giovanile; occorreva organizzare la formazione, la scuola, ed inserirsi nel mondo ecclesiale e civile della Brianza.

P. Costantino fu studente universitario a Milano e a Pavia fino al conseguimento della laurea in matematica e fisica, che insegnò ai giovani. Impegnato nel ministero, svolgeva questa attività pastorale soprattutto in periferia, nei rioni Pellegrina e San Vincenzo. Non gli mancava inoltre la qualità umana dell'amicizia e del contatto con i conoscenti e i benefattori.

Visitava moltissimo le case dei Desiani e divenne amico e confidente di tantissime famiglie. Così p. Costantino seppe creare attorno alla casa dei missionari una rete affettuosa di amici e benefattori. Anche a distanza di anni, se ne sentono gli echi e se ne vedono i frutti.

P. Costantino era un uomo molto attivo. Si ricordano di lui le attività in cui era allora impegnato: procurare i banchi della scuola, sistemare qualche sala nel sotterraneo per la ricreazione coperta, cercare i maestri di ginnastica, radiotecnica ed  elettrotecnica, procurare pianoforti, seguire i lavori del presepio da allestire a Milano e a Varese. Tutto "con i tempi e la pazienza di chi non ha nulla in tasca".

Questa caratteristica in Africa gli meritò il soprannome di padre NgojaNgoja. Infatti, dal 1961 al 1969 egli lavorò nella missione saveriana del Congo / Zaire. Furono gli anni drammatici e convulsi dell'indipendenza e della rivolta mulelista. P. Costantino ricoprì gli incarichi di delegato vescovile, procuratore della missione ed anche di superiore religioso dei saveriani in Congo. Furono tempi di grande prova. Padre Costantino dovette impegnarsi a verificare, in un ambiente dove era  impossibile muoversi ed avere informazioni, le prime drammatiche notizie dell'uccisione dei padri Luigi Carrara, Giovanni Didonè e di fratel Vittorio Faccin, avvenuta nel 1964, e successivamente, nel difficile recupero delle loro salme.

Dovette impegnarsi anche nelle estenuanti trattative per liberare i padri Lorenzo Camorani e Giuseppe Veniero, rimasti intrappolati nel territorio controllato dai mulelisti.

Seguì, dal 1969 al 1982, una lunga parentesi italiana. Fu economo regionale, insegnante di matematica e fisica a Zelarino, economo nella casa del noviziato di Ancona. Nel 1982 poté ritornare in Congo. Dalla missione di Kavimvira scriveva che si dedicava alla pastorale per essere vicino ai "piccoli che vivono in condizioni di miseria, di disorganizzazione e di abbandono veramente inimmaginabili".

Cinque anni dopo, per problemi di salute, con gran dispiacere, dovette rientrare in Italia. Qui si impegnò nel ministero e nell'animazione missionaria ad Alzano Lombardo, a Parma e infine di nuovo a Desio, dove riuscì a riallacciare i rapporti di amicizia con le famiglie di un tempo.

Ma conquistò la fiducia anche di tanti giovani ed adulti, che subito impararono a riconoscere in lui un punto di riferimento serio e saggio. A Desio padre Costantino rimase fino all'inizio del 2001 quando, per motivi di salute, si trasferì a Parma presso la casa madre.



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