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Il dono sconfinato della pace

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Da accogliere nel cuore con la preghiera

La pace è un oceano insondabile, con orizzonti sconfinati. Nessun'altra espressione è capace di contenere l'immensa pienezza di speranza, di amore e di comunione, quell'enorme varietà di sogni e di ideali evocati da questa parola.

Per questo si è arrivati a dire che solo Dio è la pace perfetta, che si espande in ogni creatura per imprimervi la sua ineffabile immagine. Ed è per questo che la pace è il dono globale, definitivo e supremo fatto da Dio all'uomo.

Nel Nuovo Testamento, Dio Padre e il Figlio Gesù Cristo e lo Spirito Santo vengono definiti con espressioni come queste: "il Dio della pace", "il Signore della pace", "il Consolatore, inviato dal Padre e dal Figlio per produrre in noi i frutti dell'amore, della gioia, della pace". Cristo "è la nostra pace", "Colui che realizza la pace"; egli è venuto "per evangelizzare la pace".

La pace viene dunque da Dio; ha la sua realizzazione più piena solo in Dio. E' come l'asse verticale che porta ogni realtà alla  riconciliazione, all'armonia e alla comunione perfetta, che in Dio ha la sua sorgente.

Serafino di Sarov, un mistico russo, così suggerisce: "Dovremmo tutti concentrare i nostri pensieri, i nostri desideri e le nostre azioni sull'acquisto della pace di Dio, e gridare incessantemente, col mondo intero: Signore dà a noi la pace!".

Recentemente il SUAM – il Segretariato Unitario di Animazione Missionaria che rappresenta tutti gli Istituti ed Enti missionari, maschili e femminili, presenti in Italia - lanciava ai politici e ai governanti italiani un pressante appello. I missionari e le missionarie d'Italia imploravano: "Non lasciatevi travolgere dalla logica, che sembra affermarsi sempre di più oggi nel mondo, secondo cui le scorciatoie della forza, delle armi e della guerra debbano essere i percorsi più celeri ed efficaci per regolare i rapporti conflittuali tra i popoli o per debellare violenze e terrorismi.

È una logica immorale ed inefficace, a spirale esponenziale, un percorso senza ritorno. Costatiamo, infatti, che i recenti e sempre più facili conflitti armati, non solo non sono stati capaci di fermare il terrorismo, ma hanno, semmai, aggravato le situazioni di violenza, provocando morte, distruzione ed immane sofferenza per milioni di innocenti ed hanno acuito il risentimento tra i popoli".

Vale la pena accogliere quanto il Papa ci ha ricordato nella sua ultima Lettera apostolica sul Rosario, al numero 40: "Le difficoltà che l'orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall'Alto, capace di orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflittuali e di quanti reggono le sorti delle nazioni, può far sperare in un futuro meno oscuro. Il Rosario è preghiera orientata, per sua natura, alla pace, per il fatto stesso che consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace e nostra pace.

Chi assimila il mistero di Cristo - e il Rosario proprio a questo mira-, apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita. Inoltre, in forza del suo carattere meditativo, con il tranquillo succedersi delle Ave Maria, il Rosario esercita sull'orante un'azione pacificante, che lo dispone a ricevere e sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quella pace vera che è dono speciale del Risorto.

Lungi dall'essere una fuga dai problemi del mondo, il Rosario ci spinge a guardarli con occhio responsabile e generoso e ci  ottiene la forza di tornare ad essi con la certezza dell'aiuto di Dio e con il proposito fermo di testimoniare in ogni circostanza la carità, che è il vincolo della perfezione e la via della pace".

Donaci, o Signore, il dono della pace, che è pienezza di vita beata e rapporto di buona armonia con Dio, con gli altri e con se stessi.



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