Tembo l’elefante Da "Storie Africane"
"Pss, pss. Vieni qui un attimo" mi disse un giorno Tembo, l'elefante. "Sai, ho incontrato un vecchio con un bambino. Andavano lontano. Con loro c'era anche una capra. Ho guardato negli occhi il vecchio. Era triste e pensieroso, mentre il bambino era allegro. Forse pensava ad una bella passeggiata".
Mentre mi parlava, all'improvviso, dagli occhi mi apparve un qualche cosa che avevo visto tanto tempo prima, ma non riuscivo a ricordare bene. Intanto Tembo continuava il suo racconto.
"Cominciai a seguirli. Certo, io andavo piano. Ero più pesante, e poi non sapevo dove mettere la mia proboscide. Come tu ben sai, noi non abbiamo le tasche. In più c'erano dei noiosi moscerini che venivano a farmi dei dispetti. Insomma, ho dovuto avere una pazienza da elefante. Il vecchio parlava dolcemente, quasi sottovoce, per paura che qualcuno l'ascoltasse. Sembrava che le sue parole andassero non so dove, forse verso il cielo. Tesi le grandi orecchie e sentii qualcosa".
"Sai" diceva "Isa, figlio mio. Dobbiamo incontrare là sulla collina, tra i bananeti, una persona importante. Ci ha invitato nella sua capanna. Ci darà da bere la birra e con lui condivideremo i fagioli e la polenta di manioca. Sei contento?".
Vidi il piccolo Isa saltare al collo del vecchio, dicendogli: "Come sono felice, baba. Ma quando arriveremo?". E il vecchio: "Un po' di pazienza, piano piano". Poi li persi di vista. Tu sai come è finita questa storia?".
Veramente mi ero distratto. Ma subito mi ripresi. Mi avvicinai all'orecchio di Tebo e gli dissi: "Pss, pss, pss ... Hai capito?". E lui, lanciando al cielo la sua proboscide, mi rispose, aprendo gli occhioni: "Ho capito. Lui è davvero grande! Lui è davvero forte. Non si stanca mai!".