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Tento di fare il punto della situazione, tenendo presenti le esigenze e i bisogni per rendere operativo il centro per i giovani che ci è stato affidato.

Il fatto grave è che i giovani di Kindu non hanno assolutamente niente. Il loro problema è come fare a mangiare qualcosa e soprattutto come fare a pagarsi la scuola. La scuola, infatti, è un grande affare e deve essere pagata. Per esempio, per andare a un istituto universitario, tra una cosa e l’altra ci vogliono circa 900 dollari l’anno, che qui è una somma enorme, oltre ai bisogni della vita ordinaria. Si calcola che a Kindu gli studenti dopo le superiori siano circa cinquemila.

Cosa riusciremo a fare? Dio solo lo sa. È mio desiderio andare alcuni giorni alla settimana nella grande università, che si trova 7 chilometri fuori città, con una strada piuttosto brutta, e mettermi a disposizione per colloqui spirituali, ma sto aspettando che il vescovo mi procuri una moto per diminuire costi e tempi di trasporto.

Le tante difficoltà della vita quotidiana

Mi sono accorto che la fedeltà agli impegni e alle attività è una sfida molto grande per loro che hanno fame e non sono abituati - come noi - ad avere tutto a disposizione all’ora giusta. In più c’è da tenere presente che la guerra di questi ultimi anni, con tutte le fughe da un posto all’altro e tutti i morti che ha provocato, ha accentuato ancora di più la difficoltà a programmare e a organizzarsi la giornata, accrescendo l’idea che è già tanto vivere alla giornata, perché domani non sappiamo dove saremo.

Tutto ciò rende difficile organizzare le nostre attività. Ci vuole molta pazienza: si programma per un giorno a una certa ora, e magari nessuno arriva o arriva in ritardo.

Credo che per vedere il centro funzionare benino, ci vorranno molti mesi se non alcuni anni, molti tentativi e sforzi, tenendo in conto i fallimenti.

Per esempio, sto cercando di avere alcuni libri da mettere a disposizione, anche se i giovani di qui non sono abituati a leggere, perché non hanno né libri né giornali. Non so quanti verranno a leggere, ma anche se fossero solo alcuni, sarebbe già un successo. Stiamo anche lanciando un corso di inglese con un giovane volontario e un corso per conoscere meglio la bibbia.

Abbiamo solo un paio di palloni!

Tentiamo di organizzare i giovani che vogliono giocare al pallone. Molte squadre si sono organizzate per conto loro, ma non hanno il pallone. Sapendo che noi abbiamo un paio di palloni, si sono fatti vivi, ma a questo ritmo quanto resisteranno i nostri palloni? Qui a Kindu palloni di cuoio non se ne trovano. Comunque è un modo per attirarli e tenerli vicini. Abbiamo un terreno a cento metri dal centro, ma è scosceso e pieno di montagnole di terra fatte dalle termiti. Se i giovani saranno interessati, vedremo di spianarlo, così avranno un campo per giocare a calcio.

Abbiamo chiesto a un’organizzazione di finanziarci un campo di pallavolo e basket e una batteria di spogliatoi e gabinetti. Non abbiamo ancora ricevuto risposta. Spero che sia positiva, anche perché così daremmo dare lavoro a un certo numero di giovani che potrebbero in questo modo pagarsi gli studi.

La corale, l’oratorio, il grest…

Stiamo mettendo in piedi una corale, perché qui a Kindu ogni piccola comunità cristiana ha una corale che permette ai giovani di incontrarsi. La corale è una delle attività più comuni per i giovani, che stanno ore e ore a ripetere i canti per essere pronti e fare bella figura quando sono chiamati ad animare la celebrazione della Messa. Qui le Messe durano più di due ore, di cui più della metà con canti. Quindi possono sbizzarrirsi con canti conosciuti o inventati da loro. In questi giorni una ventina di giovani della nostra corale sono venuti a lavorare, avendo loro promesso il necessario per comperare i tamburi.

Dopo Pasqua, con l’aiuto di alcuni giovani, la domenica pomeriggio abbiamo iniziato una specie di oratorio per i ragazzi delle elementari, che saranno i futuri giovani. Speriamo che funzioni, perché da qui potrebbe venire anche una specie di Grest per i mesi di vacanza… Vedremo.

Insomma, se da una parte le attività fanno fatica a decollare, dall’altra i progetti non mancano e con un po’ di pazienza troveremo le strade per rendere questo centro luogo di accoglienza e formazione per i tanti giovani di Kindu.

La domenica delle Palme, ho partecipato alla giornata mondiale della gioventù, celebrata a Kindu per tutte le parrocchie della diocesi. Un’ora a piedi per andare al raduno; un’ora di attesa; un’ora e mezza di processione; il vangelo della Passione cantato; quaranta minuti di predica del vescovo; un’ora e mezza per le offerte (qui diventa un’occasione per tutti di un grande ballo a gruppi!); più altri canti e balli vari.

In sintesi, sono uscito di casa alle 6 di mattino; alle 15 sono scappato perché avevo un altro incontro. Loro sono andati avanti non so fino a che ora. Un evento faticoso, ma di festa. Qui quando danzano, dimenticano tutto, anche la fame.

Mi auguro che per questi nostri giovani la festa li aiuti a crescere anche nella loro fede, senza la quale è difficile illuminare la vita di senso e ricevere la forza necessaria per camminare sereni in ogni occasione, gioiosa o triste.

Grazie a tutti coloro che ci aiutano.

Il necessario per andare avanti non ci manca ed è bene andare avanti con calma, per non dare alla gente l’impressione che noi missionari possiamo fare tutto ed esimerli dal fare la loro parte.

Accompagnateci in questa nostra nuova missione con la vostra preghiera.



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