L’equipe del centro giovani
È ora di presentare brevemente i tre “pionieri” che compongono l’équipe saverana per la nuova missione affidata loro: far funzionare la “Città dei giovani”.
Sciamanna p. Mario: approdo in “periferia”
Ascolano di Polverina, 75 anni, padre Mario è il superiore e coordinatore della “Cité des jeunes”. Riassume le tappe della sua lunga vita missionaria.
“Sono in Congo da quarant’anni (meno otto). Ho cominciato a Mwenga, poi al centro catechistico di Kavimvira, nella diocesi di Uvira. Dopo una pausa di otto anni in Spagna, ho lavorato a Ngene e poi come direttore spirituale al seminario della diocesi di Kasongo.
Dopo un periodo nella diocesi di Bukavu, nella casa di formazione per aspiranti saveriani a Panzi, sono tornato a Kasongo, nella grande missione di Kampene nella foresta del Maniema. Poi ancora a Bukavu, nella missione di Cahi e, per concludere, sette anni a Kinshasa come maestro dei novizi saveriani.
Ora sono approdato a Kindu, una bella finestra all’orizzonte saveriano del primo annuncio: alla periferia del Congo, alla periferia della città di Kindu, sulla riva sinistra del grande fiume Congo, che qui si chiama ancora Lualaba”.
Gregato fratel Lucio: la missione “muratore”
Fratel Lucio Gregato, 74 anni, è di Cavasagra, paese della bassa Trevigiana. All’età di 22 anni, lui e due amici hanno sentito da un vescovo del Camerun che era al concilio, che la missione aveva bisogno anche di muratori, infermieri, falegnami. Erano proprio i loro mestieri. L’anno seguente, il muratore è entrato tra i saveriani; il falegname è entrato alla Consolata; l’infermiere si è consacrato alla famiglia.
Fr. Lucio realizzava così il sogno di papà Zeffirino: andare missionario in Africa. San Leopoldo Mandic, dal quale egli si confessava regolarmente, gli aveva detto: “La tua vocazione è quella di metter su famiglia: sarà un tuo figlio ad andare missionario”. Il papà glielo ha rivelato alla vigilia della prima partenza per l’Africa.
Dopo 14 anni in Burundi, espulso dal paese, è arrivato in Congo. Tra Burundi e Congo, ha costruito centinaia di scuole e di chiese, formando al lavoro decine di muratori che hanno potuto continuare a guadagnarsi la vita. Ora è a Kindu, per costruire la “Città dei giovani”. Per portare un po’ di materiale necessario a iniziare, ha fatto un viaggio di 11 giorni sulle strade disastrate di questa regione, insieme a quattro fidi muratori.
Racconta: “In quel viaggio ha passato il Natale più bello della mia vita, anche se senza la Messa di mezzanotte. La sera del 24 dicembre siamo arrivati a Kibangula, un villaggio di soli musulmani. L’anziano capo villaggio ci ha ospitati in casa sua e ci ha preparato da mangiare, dicendo che era un onore per loro accogliere ospiti cristiani proprio il giorno della nascita del profeta Gesù. «Anche Abramo, accogliendo degli ospiti, ha accolto Dio» - ha aggiunto. E quando, la mattina dopo, abbiamo offerto qualcosa per l’ospitalità, non ha voluto prendere niente!”.
Nonostante le operazioni, la gamba sinistra gli fa ancora male, ma lui dice: “Oggi il Signore mi chiama qui e finché mi darà la forza, non c’è ragione per tirarsi indietro. Mi sono trovato bene in tutte le missioni, ma la missione più bella è quella che devo compiere oggi!”. Senza l’esperienza di fr. Lucio e dei suoi muratori, sarebbe difficile portare avanti i tanti lavori per rendere operativo il centro dei giovani.
Benzoni p. Rino: da generale a… soldato
Padre Rino, bergamasco di S. Lorenzo di Rovetta, è il più giovane dei tre saveriani a Kindu: appena 62 anni. Entrato ragazzo tra i saveriani ad Alzano (BG), ha compiuto tutti gli studi fino all’ordinazione sacerdotale (nel 1977). Dopo aver lavorato 9 anni in Italia nella formazione di altri giovani alla missione, a 36 anni è partito per il Congo, dove ha lavorato sette anni, in diocesi di Kasongo e alla periferia di Kinshasa.
Inviato al capitolo generale, è stato eletto consigliere e sei anni dopo, per due mandati, superiore generale dell’istituto saveriano. Questa lunga parentesi lo ha tenuto a Roma per ben 18 anni, durante i quali ha visitato più volte tutte le missioni saveriane sparse nel mondo.
Libero da questi impegni, gli è stato chiesto di unirsi ai due confratelli per aprire la nuova missione saveriana a Kindu. Dopo tanti anni di responsabilità a servizio della congregazione, è contento di essere ora alla periferia e di tornare… “soldato semplice”.