Sulla via del ritorno verso l’India
Dalle isole del Moro, Saverio prende la via del ritorno verso Ternate, Ambon e Malacca, con destinazione Goa: circa 10mila chilometri di mare da navigare, con tanta fiducia in Dio. Vorrebbe affrettare la traversata, approfittando di una nave in partenza. Ma i cristiani di Ternate lo supplicano di restare ancora, per tutta la quaresima. Loro stessi l’avrebbero poi accompagnato fino ad Ambon, in tempo per prendere la nave per Malacca.
Con sé, porta tanta esperienza missionaria, un incredibile entusiasmo, una profonda soddisfazione spirituale e anche un bel gruppo di giovani. Vuole che studino nel collegio “Santa Fede” di Goa, diventino missionari e tornino nelle loro isole per continuare l’opera di evangelizzazione che egli ha iniziato, vivendo la missione con il suo stesso stile di vita.
Alfonso Teixeira, portoghese di Ternate, dà questa testimonianza: “Conduceva una vita virtuosa, una vita santa. Viveva poveramente di elemosina e dava ai poveri tutto quello che gli avanzava. L’ho visto dormire su una branda di fibra di cocco e un cuscino di cotone nero. Era sempre indaffarato a insegnare la dottrina cristiana ai bambini e alle donne, a confessare e a convertire tutti coloro che poteva, per guadagnarli alla fede di Cristo”.
Nessuna meraviglia se, al momento di partire, accadevano scene commoventi, che lui stesso non riesce a dimenticare. “Per evitare le lacrime dei devoti durante il commiato, mi imbarcai quasi a mezzanotte. Ma non bastò per evitarle, perché non mi era possibile celarmi a loro. La separazione dai miei figli e figlie spirituali mi aiutarono a comprendere che la mia assenza li avrebbe forse privati di un aiuto per la salvezza delle loro anime”
Scrive il Saverio, alla fine del lungo viaggio nei mari dell’Indonesia:
“Mi accorgo che questo impegno missionario è un grande servizio a Dio ed è un debito che abbiamo con tutti”.