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Sud/Nord Notizie: Povertà, crisi, Sudan-Ciad, appelli

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Promesse e realtà

Europa: "zero povertà". La Caritas-Europa ha lanciato la campagna "Zero povertà, agire ora". L'obiettivo è raccogliere un milione di firme per una petizione contro la povertà da inviare ai governi dei 27 stati membri dell'Unione europea. Nel documento si chiede di lottare contro la povertà infantile, di assicurare uno standard minimo di sicurezza sociale, di garantire a tutti cure mediche, lavori dignitosi e stipendi accettabili. Secondo un'indagine, infatti, almeno il 17% di cittadini europei (80 milioni di persone) vive sotto la soglia di povertà, mentre il 70% dice di "sentirsi sempre più precario". "La povertà - si legge sul sito dell'organizzazione http://www.zeropoverty.org/ - significa soprattutto condizione mentale disagiata, assenza di opportunità e contatti, vera e propria esclusione sociale".

• Crisi: la pagano i più poveri. L'obiettivo di sradicare fame e povertà entro il 2015 resta un miraggio per la maggior parte dei Paesi nel mondo. È la conclusione del rapporto "Prima le persone", presentato da "Social Watch", rete di organizzazioni della società civile di oltre 60 nazioni. Dallo studio emerge che a pagare le conseguenze più dure della crisi sono i Paesi impoveriti e le persone più vulnerabili. Per quanto riguarda salute e istruzione, nel 18% dei paesi è in corso una regressione. La mancanza di risorse adeguate, la forte dipendenza dai finanziamenti internazionali e i vincoli imposti dal Fondo monetario nella spesa pubblica aggravano l'impatto sociale della crisi. Per chi non ha generato la crisi, insomma, non c'è il diritto ad avere alcuna "scialuppa di salvataggio".

• Sudan-Ciad: una svolta? Il presidente ciadiano Déby è stato nella capitale sudanese Khartoum per la sua prima visita in Sudan dopo sei anni. "Siamo venuti per rimarcare la nostra volontà, la nostra disponibilità, il nostro impegno per il ritorno della pace e della fiducia reciproca", ha affermato Déby. Le relazioni tra Ciad e Sudan sono tese dal 2003, quando è scoppiata la ribellione nel Darfur, regione sudanese al confine con il Ciad.

A gennaio i due Paesi hanno firmato un accordo di "normalizzazione" dei loro rapporti e un protocollo di sicurezza delle frontiere, che prevede il dispiegamento lungo il confine di una forza di 3mila uomini, divisa in parti uguali, per garantire il controllo.
Il miglioramento delle relazioni, secondo diversi osservatori, è dovuto anche a esigenze di politica interna. Sia in Ciad che in Sudan tra quest'anno e il 2011 sono previste importanti elezioni.

Ma perché?

• Se la Rai spegne il mondo. Le riviste missionarie, la Tavola della pace e altri enti hanno lanciato un appello alla Rai perché non chiuda le sedi di corrispondenza a Beirut, Il Cairo, Nairobi, Nuova Delhi, Buenos Aires e il canale Rai Med.

Nell'appello, si legge: "Tutti possono ormai scrivere di tutto da ogni dove. Ma nulla può sostituire la capacità di un giornalista di cercare e raccogliere le notizie sul posto. Chiudere questi uffici vorrebbe dire chiudere gli occhi degli italiani sul mondo in un tempo in cui grandi sfide mondiali ci impongono crescente attenzione e impegno. Queste sedi sono un elemento indispensabile non solo della Rai ma anche del nostro sistema democratico. Per questo hanno bisogno di essere potenziate e sostenute da nuovi spazi nei palinsesti quotidiani, capaci di portare in primo piano la vita delle persone e dei popoli".

• In difesa dell'acqua. Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell'acqua, un bene che in Italia si è deciso di privatizzare. Ecco una parte dell'appello lanciato da p. Alex Zanotelli. "La privatizzazione dei rubinetti d'Italia è la mercificazione dell'elemento più sacro che abbiamo. Questa decisione sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli del Paese che, per l'aumento delle tariffe, troveranno sempre più difficile pagare le bollette. L'acqua è un diritto umano fondamentale e dev'essere gestito dai comuni. I comuni devono garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile". Il Forum italiano dei movimenti per l'acqua pubblica ha proposto un referendum abrogativo per cui dovrà raccogliere fra aprile e luglio circa seicentomila firme.



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