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Sud/Nord Notizie: Libia, Congo RD, Asia, Bangladesh, Nepal

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Fronti "caldi"

Libia: armi ai ribelli dall'Italia. "L'Italia ha fornito armi ai ribelli del consiglio nazionale di transizione a partire da marzo, prima delle incursioni aeree della Nato, con un carico travestito da aiuti umanitari". Lo ha affermato Gianni Cipriani sul sito Globalist. Casse di pistole, fucili, mitra, munizioni e altre attrezzature sarebbero state prelevate dalla Maddalena e Tavolara in Sardegna. L'iniziativa fa parte di una vera e propria "gara" tra Italia, Francia e Regno Unito, che vogliono ottenere il maggior vantaggio dal dopo-Gheddafi.

A questo proposito, le associazioni "Rete italiana per il disarmo" e "Tavola della pace" hanno inviato una lettera al presidente Napolitano, per avere "più chiarezza su una vicenda che appare in contrasto con le risoluzioni dell'Onu e con la Costituzione".

• Congo RD: elezioni e non solo. Nel Paese fervono i preparativi per le elezioni presidenziali e legislative nazionali del 28 novembre. Ma la strada è ancora lunga... Tra le varie difficoltà, c'è l'insufficienza o addirittura la mancanza assoluta di chiarezza sulle liste definitive degli elettori. Partiti e Ong esigono trasparenza e credibilità, perché si evitino tensioni dopo il voto.

Intanto, nella regione del Kivu non è facile capire cosa accada, con incursioni di ribelli ruandesi sempre più frequenti. Padre Gianni Brentegani, superiore dei saveriani in Congo RD, scrive: "Le cose si stanno fortemente degradando, dalla sicurezza all'acqua, dai servizi elettrici al telefono; speriamo di arrivare alle elezioni senza colpi di stato".

Progressi incoraggianti

• Asia: povertà ridotta. La fascia della povertà nel continente asiatico, se non si riduce in termini assoluti, tuttavia ha visto negli ultimi anni un calo consistente. Secondo dati recenti, oltre 245 milioni di abitanti sono usciti dalla povertà estrema. Ciò è stato possibile grazie alla sostenuta crescita economica, con la Cina in testa alla classifica.

Le Filippine, invece, guidano un drappello di nazioni che non hanno visto un miglioramento. La causa sarebbe l'aumento della popolazione che ha reso impossibile la riduzione della povertà per una modesta crescita del prodotto interno lordo e di una crescente ineguaglianza.

• Prove d'intesa. Un accordo sullo scambio di 162 enclavi territoriali, che si spera migliorerà le condizioni di vita di 51mila persone, è stato sancito in Bangladesh durante la visita del primo ministro indiano Manmohan Singh. Ma in totale sono dieci gli accordi raggiunti nell'ambito del cosiddetto "Quadro d'intesa sulla cooperazione e lo sviluppo". Riguardano lo sviluppo delle energie rinnovabili, l'università, il transito delle merci e il libero scambio, il sostegno alla costruzione di una centrale elettrica in Bangladesh e la protezione di mangrovie e tigri del Bengala. È fallito, invece, il negoziato sulla gestione delle acque dei fiumi Teesta e Feni, lungo il confine.

Vecchi problemi, nuove speranze

• Bangladesh: alluvione annuale. Padre Antonio Germano scrive: "L'alluvione non ci ha risparmiati neppure quest'anno. In agosto le precipitazioni non hanno smesso un solo giorno. La zona che va dalla missione di Chuknagar a quella di Satkhira è stata la più colpita. Circa 55mila famiglie hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni. La soluzione sarebbe quella di dragare il letto del fiume Kopotokko, ma tutto questo comporta una spesa enorme, che il Bangladesh non può affrontare da solo. Di fiumi come il Kopotokko, in Bangladesh se ne contano a centinaia. Metà dei villaggi, in cui siamo presenti, sono andati completamente sommersi e le scuolette rimarranno chiuse per alcuni mesi".

• Nepal: altro cambio. Completare il processo di pace, preparare la prima bozza di Costituzione e ridurre il pessimismo della popolazione sono le priorità del programma di governo presentato al Parlamento dal neo primo ministro Baburam Bhattarai.

"Dopo tante promesse, nutriamo buone speranze anche per la condizione dei cristiani e sulla libertà religiosa", ha auspicato p. Bogati, ex direttore della Caritas nepalese.



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