Speranze e attese per il futuro
Il testo dei Lineamenta è ancora un testo provvisorio; può essere arricchito dalle riflessioni dei vescovi dell'intera chiesa e dalle proposte dei padri sinodali. Così com'è ora, ha un tono eccessivamente "occidentale" e rispecchia le situazioni delle chiese del mondo occidentale. Ma il testo stesso dichiara che la nuova evangelizzazione riguarda anche le giovani chiese; e noi missionari lo sappiamo bene. Ci penseranno i vescovi delle nuove chiese d'Africa, America latina, Asia e Oceania a rendere il testo più "cattolico".
È tuttavia vero che la ripresa religiosa del mondo occidentale è importante per tutta la chiesa. Giovanni Paolo II affermava che esiste "una reale e crescente interdipendenza" tra la nuova evangelizzazione, la cura pastorale delle comunità cristiane e la missione ad gentes (cf RM 34):
la ripresa di fervore nelle chiese di antica fondazione è condizione per la vitalità della missione ad gentes e delle comunità cristiane.
Perciò noi missionari attendiamo molto da questo sinodo e auspichiamo che sia per la chiesa come una ri-edizione del sinodo del 1974, che ebbe come tema l'evangelizzazione del mondo contemporaneo. Come conclusione, Paolo VI ci diede quello splendido documento che è Evangelii Nuntiandi, che ha dato nuovo vigore alla missione e l'ha fatta evolvere nei suoi ambiti e nei suoi metodi.
Un'altra attesa è che venga incentivato e meglio motivato il metodo del dialogo con il mondo, che sembra essersi un po' spento nella contrapposizione con il mondo islamico, divenuto - a torto - il paradigma di ogni confronto interreligioso e interculturale.
Ma se la chiesa non dialogasse più, rischierebbe di chiudersi in se stessa avvitandosi in forme di introversione che sono il contrario della missione. Missione significa apertura al mondo e alle culture; significa anche amore e sguardo positivo sulle realtà terrene, pur nella consapevolezza che non tutto va bene e che c'è bisogno di redenzione. Di questo spirito ha bisogno oggi il nostro mondo e la nostra chiesa.