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Il titolo di EXPO 2015, “Nutrire il pianeta”, l’abbiamo incollato sulla gradinata che scende verso gli spazi espositivi. E ci abbiamo aggiunto un "si può". Le statistiche più serie affermano che il mondo è in grado di sfamare una popolazione di 12 miliardi di persone, a fronte dei 7 attuali e degli oltre 9 previsti nel 2050. Mai, come oggi, si è prodotto così tanto cibo.

Sull'altro piatto della bilancia: mai se n’è sprecato così tanto; mai circa un miliardo di persone si è trovato a dover combattere problemi legati all'obesità; mai si è capito così bene che la fame non è un problema di produzione, ma di accesso al cibo.

La soluzione per sfamare tutti

Un pane e un pesce, collocati a fianco del titolo, mandano un messaggio semplice e chiaro. Pane e pesci rimandano alla scena evangelica della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La sobria narrazione del fatto fa vedere che con il gesto di condivisione del ragazzo che possedeva “poco pane e pochi pesci”, i discepoli hanno potuto sfamare una moltitudine di persone, ma trascende l'episodio stesso.

La giustizia anzitutto, e poi le buone pratiche della condivisione e della solidarietà, sono la soluzione miracolosa indicata dal monito di Gesù: "Date voi stessi loro da mangiare!". È l’unico criterio per dare soluzione al problema del cibo per tutti.

"Sora nostra madre terra"

Nessuno ha cantato la terra con accenti così genuini e illuminati come san Francesco d'Assisi con il suo "Cantico delle creature". Oggi se ne parla in termini di stili di vita sani e sostenibili.

Come simbolo della mostra abbiamo scelto una “madre” che scende nella tomba per dare sostegno e protezione al figlioletto morto, anche nel regno delle tenebre.

È una terracotta della cultura messicana di Nayarit o di Colima, databile tra il II secolo a.C. e il IV d.C. Per un particolare costume in uso presso quelle culture, molte di queste terrecotte funebri presentano deformità che gli archeologi chiamano "archeo-patologia", i cui significati sono ancora oscuri. La nostra statuetta presenta una madre con le orecchie deformate e numerose cicatrici sulle spalle.

Ci è sembrata perfetta per essere icona del messaggio della mostra: con i nostri comportamenti insensati possiamo ferire e perfino provocare la morte di questa

nostra terra "la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba".


Centinaia di milioni soffrono la fame

EXPO 2015 ha, rispetto alle esposizioni che l'hanno preceduta, il grande merito di rovesciare il principio ispiratore e l'obiettivo finale di questi eventi mondiali: da luoghi di esibizione di scoperte e innovazioni scientifiche a luoghi di riflessione.

Nel nostro caso vogliamo integrare il prevalente discorso su quantità e qualità del cibo con una riflessione su fame e malnutrizione, vero scandalo di questo nostro mondo; sulla custodia del creato; sul fatto che la terra è di tutti; sul fatto che non si vive di solo pane; sull'incontro e sulla convivialità...

Tutte le religioni condividono importanti valori legati al nutrimento. Ancor più è vero per la religione cristiana, che insegna a pregare: “Dacci oggi il pane quotidiano…”. Esso è dono di Dio per tutti, va prodotto e utilizzato nell'ambito della responsabilità che il Creatore ha delegato agli uomini; va utilizzato con sobrietà e moderazione, va condiviso...

In un apposito spazio, la mostra ricorda tutte queste cose, evidenziando i fili di una trama che sottolinea i tratti comuni a tutte le culture. E ricorda che oltre agli 850 milioni di persone che soffrono la fame, nel mondo vi sono anche 750 milioni di analfabeti totali: i più poveri dei poveri.


Una nuova saggezza: viene dall’Africa

Il nostro museo è una ricca e colorita vetrina di culture mondiali. Per allestire lo spazio della mostra, è stato naturale adottare un espediente educativo del popolo lega in Congo.

Qui i giovani imparano dagli oggetti della natura anche ciò che serve per vivere un armonioso rapporto sociale di gruppo. Gli anziani appendono a una corda oggetti della vita quotidiana e della natura, ricavandone, a favore dei giovani, significati profondi e simbolici applicabili ai comportamenti umani: ad esempio, l'albero robusto simboleggia il carattere che il giovane deve acquistare.

La corda era chiamata "corda della saggezza". Il tema di EXPO richiede un’enorme saggezza, da parte sia delle istituzioni sia di ciascuno di noi: nuovi comportamenti per una saggezza al passo con i tempi che viviamo.

Una serie di cartoncini, appesi a una corda (li abbiamo chiamati le "36 saggezze"), ci ricordano che:

"Ogni anno muoiono 39 milioni di persone perché hanno fame, e 29 milioni muoiono perché mangiano troppo. Ogni anno vengono buttati via 1.3 miliardi di tonnellate di cibo. Un miliardo di persone non ha accesso all'acqua…”. E così via.



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