Sierra Leone: Riaprono le scuole
Per dare un Futuro al Paese
L’ultimo messaggio che ci è giunto dal vescovo di Makeni, mons. Giorgio Biguzzi, è un inno alla speranza per la martoriata Sierra Leone: "Spero che presto i missionari ritornino. Nonostante la bufera della guerra che sconvolge questa nazione da 10 anni, la fede continua ad essere vissuta dai nostri cristiani. Domenica sono stato a Kamakwie. Strada pessima. Ho trovato gente in chiesa, come in tutte le cappelle disseminate lungo la strada. La fede della gente è ancora forte; ma tutti chiedono a gran voce il ritorno dei sacerdoti. Continuiamo a sperare".
"Se vogliamo dare un futuro a questo Paese – continua il prelato Saveriano – occorre investire nel settore scolastico".
Monsignor Giorgio Biguzzi sottolinea come nelle Province del nord e dell’est, maggiormente colpite dalla lunga guerra civile, siano davvero pochi gli istituti che hanno riaperto i battenti. A Lungi, Port Loko e Mile 91 e in qualche altro centro alcune scuole, pubbliche e private, hanno ripreso l’attività.
Ora, la grande speranza è che a partire da settembre sia possibile ripristinare l’attività didattica anche altrove. I giovani vogliono accedere allo studio: si tratta di un passo fondamentale per il loro effettivo reinserimento nel tessuto sociale e per la creazione di una classe dirigente che assicuri un domani pacifico alla Sierra Leone. Nella diocesi di Makeni, che coincide di fatto con la Provincia settentrionale della Sierra Leone, oltre un terzo degli istituti è gestito dalla Chiesa cattolica.
Prima dell’esplosione del conflitto queste strutture erano in grado di ospitare 54 mila studenti delle elementari e circa 10 mila delle superiori, questi ultimi raccolti in una ventina di scuole. Il problema maggiore è proprio quello che riguarda le scuole medie e superiori, le quali necessitano di materiale didattico più specifico.
A Lunsar, i Giuseppini del Murialdo conducevano una scuola secondaria a indirizzo tecnico e un istituto di arti e mestieri. Entrambe sono state devastate e saccheggiate, e ci vogliono fondi per attrezzarle nuovamente. È un’esigenza comune a tutte le strutture di questo tipo e per tale motivo viene lanciata una Campagna di sottoscrizione.
Anche "Missionari Saveriani", convinto dello spirito di solidarietà che anima i suoi lettori, intende partecipare con un piccolo Progetto a questa Campagna.
La risposta sarà certamente generosa.