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Sensibilità, coraggio, delicatezza

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Il gruppo parrocchiale San Nicola di Bari, con il patrocinio del comune di Reggio Calabria, ha organizzato il 5 marzo, presso l’auditorium della “Casa per anziani San Gaetano Catanoso”, il convegno dal titolo: “Il valore del femminile nella società oggi”.

A parlarne Anna Nucera, assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Reggio Calabria, Rita Leuzzi, componente della commissione “pari opportunità”, la giudice Concettina Epifanio, del Tribunale di Palmi e la giornalista Anna Foti. Ha coordinato i lavori Teresa Catalano.

Una strenua resistenza

La lettera di san Giovanni Paolo II, letta da Oreste Arconte con l’accompagnamento musicale di Saverio Chirico, ha introdotto il tema dell’incontro.

È stato sapientemente approfondito dalle relatrici nell’aspetto legato al mondo del lavoro, alternando note di brio e di leggerezza a un argomento di per sé gravoso.

La moderatrice ha illustrato, in un excursus storico, l’apporto culturale fornito dalle donne che, fin dalle più antiche civiltà, si sono rese partecipi della società del tempo. Hanno superato via via barriere culturali molte delle quali, purtroppo, resistono ancora oggi malgrado le significative conquiste sul piano legislativo e civile. È nutrito l’elenco delle donne calabresi che hanno opposto una strenua resistenza al dominio di una schiacciante mentalità maschilista. Questa le voleva relegate negli importanti ruoli, purtroppo stereotipati, di mogli e madri.

Tanta strada da percorrere

Apprezzati e coinvolgenti anche gli interventi delle altre ospiti, che hanno testimoniato la personale interpretazione del femminile nell’adempimento del proprio lavoro. Alcune doti femminili come l’intuizione, la sensibilità e la concretezza - ha affermato Anna Nucera - spesso confuse con debolezza e inadeguata attitudine alla razionalità, sono di fondamentale importanza quando si occupano posti che richiedono impegni decisionali.

Occorre una coraggiosa consapevolezza e un elevato senso etico per rifuggire da ogni tentazione di autoritarismo e proporsi sempre in atteggiamento di ascolto che “dipende da un vortice di potere che potrebbe appassionare” e sfuggire al controllo. Per Anna Nucera resta ancora tanta strada da percorrere perché diventi naturale pensare che le donne siano in grado di fare ciò che fanno gli uomini.

Alcune parole chiave

Più tecniche, ma ugualmente importanti, le informazioni fornite dalla dott.ssa Rita Leuzzi sulla normativa che regola l’avvio di imprese, la richiesta di incentivi e di strutture e sul ruolo della commissione di cui fa parte.

Responsabilità, coraggio, sensibilità, delicatezza sono state le parole chiave dell’intervento della giudice Concettina Epifanio nel narrare la sua esperienza lavorativa.

Questa ha messo in luce anche il risvolto umano di una professione che pone “la vita degli altri nelle mani di un giudice” e che richiede un grande impegno per poter leggere con umanità e fermezza gli errori senza “aver paura del proprio mondo interiore”, sia nell’ascoltare le esigenze altrui, che nel rispettare e far rispettare la legge.

La donna della speranza

Intensi anche i contenuti dell’intervento della giornalista Anna Foti, che ha parlato di solitudine, di distorsione della problematica femminile e soprattutto della violenza, spesso considerata una faccenda esclusivamente privata, anche se atti così offensivi della dignità femminile riguardano tutta la società.

Non si può parlare di diritti se non c’è il riconoscimento da parte degli altri. Occorre un cambiamento culturale, una destrutturazione di una forma mentis radicata nel pregiudizio che acuisce la distanza tra la legge e la sua applicazione, ma ancora più importante è la modalità di ricostruzione.

Occorre superare la visione competitiva tra il valore del femminile e del maschile e avviare un dialogo tra le parti affinché si possa veramente parlare di pari opportunità.

L’intervento della dirigente dell’Istituto “Orazio Lazzarino” di Gallico, Antonina Marra, ha sottolineato l’impegno della scuola nel promuovere, nei ragazzi e nelle ragazze, il riconoscimento e la valorizzazione della diversità di genere e l’inderogabile necessità di porre in relazione l’universo maschile e femminile, per il recupero di quell’umanità che si frammenta sempre più.

Un’altra significativa testimonianza del valore femminile è venuta dalla pittrice Elisa Urso che, insieme ad altre artiste, accanto alla donna violentata, ha raffigurato la donna della speranza, che può aprire i suoi occhi con fiducia alla vita.

Molto attento e soddisfatto il numeroso pubblico che ha gremito l’auditorium, messo a disposizione dalle suore del Volto Santo.



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