Sei grandi capi africani
Con il vescovo mons. Biguzzi
Mons. Giuseppe Camilotto, arciprete di San Marco, mentre ci illustra i mosaici della basilica, afferma: "Venezia deve essere missionaria con la sua accoglienza ai tanti visitatori di ogni lingua e nazione, che vengono ad ammirarne l'arte".
"Ma qui sotto c'è davvero acqua?"
Si tratta di un gruppo speciale di visitatori: mons. Giorgio Biguzzi, vescovo di Makeni in Sierra Leone, guida il pellegrinaggio in Italia di sei cristiani, recentemente eletti ed incoronati capi tribù della loro zona. Gli amici musulmani li avevano consigliati di andare a La Mecca, ma la fede e la proposta del vescovo hanno avuto la meglio.
Sono venuti a Roma in ,... occasione del 25° di pontificato di Papa Giovanni Paolo Il. Hanno pregato nelle quattro basiliche maggiori, come si fa per il giubileo, ed hanno riservato una giornata anche per Venezia. In San Marco hanno ammirato i mosaici, con particolare attenzione alle figure di africani presenti in varie scene bibliche. Si sono fermati in preghiera sulla tomba dell'evangelista Marco e hanno partecipato alla Messa all'altare della Madonna chi amata Nicopeia.
Alla celebrazione, in inglese, si è unito un gruppetto di visitatori, ammirati dalla devozione di queste autorità africane e dai loro canti in lingua locale. Poi, naturalmente, un giro in gondola sul Canal Grande e il Ponte di Rialto Una domanda frequente: "Ma qui sotto c'è veramente acqua?". Se ne convinsero vivendo anche l'esperienza dell'acqua alta.
Una riunione di famiglia
Nella casa saveriana di Zelarino l'accoglienza è stata festosa: la bandiera della Sierra Leone, l'inno nazionale e tanti abbracci tra persone che si conoscevano già: uno era stato studente di p. Amedeo; un altro è stato ispettore scolastico nella missione di p. Franco; un terzo si è detto felice di conoscere p. Bruno di cui aveva sentito tanto parlare ...
Poi la cena, preparata da p. Amedeo: riso e abbondate ragù a gusto africano. Insomma, una riunione di famiglia. frequente: "Ma qui sotto c'è veramente acqua?". Se ne convinsero vivendo anche l'esperienza dell'acqua alta.
"Abbiamo visto quanto si può realizzare insieme con la gente e speriamo, con l'aiuto del Signore, di fare un passo avanti anche noi; specialmente ora che, dopo dieci anni di guerra, in Sierra Leone si respira un periodo di pace", hanno detto. "Il momento più bello del nostro pellegrinaggio? Quando ho stretto la mano al Papa. Ho avuto tutto ciò che la vita mi poteva dare!".