Tre vescovi alla festa del Saverio
Il 30 novembre il vescovo mons. Cesare Nosiglia ha fatto il suo ingresso nella diocesi di Vicenza. Mercoledì 3 dicembre ha partecipato alla festa di san Francesco Saverio con la comunità saveriana.
Festività di prima classe, con l'intervento eccezionale di tre vescovi: il nuovissimo pastore della nostra diocesi, l'arc ivescovo Cesare Nosiglia, affiancato da mons. Bernardo Cazzaro, dei servi di Maria e arcivescovo emerito dal Cile, e da mons. Antonio Menegazzo, vescovo in Sudan. Erano presenti anche numerosi sacerdoti e amici, venuti per l'occasione.
Nel porgere il benvenuto, padre Silvano Zordanello, superiore dei saveriani di Vicenza, ha ricordato i 109 saveriani vicentini, più i 59 saveriani già deceduti, compresi i cinque martiri e il servo di Dio, padre Pietro Uccelli, di cui ricorre il 50.mo anno dalla morte.
"Ripartire da Cristo"
Nell’omelia, la parola di mons. Cesare Nosiglia è calda e vibrante. “Tutta la forza del vangelo è Cristo; l’unica passione dell’apostolo Paolo è il Cristo, morto e risorto. Paolo ha un debito con Gesù Cristo, che l’aveva folgorato e convertito sulla via di Damasco. Portare tutti a Lui: un incarico gratuito, un debito d'amore".
Qui si unisce la voce di Giovanni Paolo II: "ripartire da Cristo”. Continua il vescovo: “Occorre stampare il volto di Cristo nel nostro tempo, spargere il fuoco dell’amore per incendiare il mondo”.
“Un giorno i discepoli riferiscono a Gesù che tanta gente lo cercava e lo invitava a fermarsi da loro. Gesù risponde che deve andare oltre perché altri sono in attesa. Questa è la missione degli apostoli: andare in tutto il mondo, senza arrestarvi. Anche san Francesco Saverio adottò questa stessa strategia. Non si fermò a consolidare le comunità già fondate: affidò ad altre mani questo compito. Lui andò oltre, mai sazio di nuove terre e di nuovi popoli”.
Aprirsi agli altri
La chiesa vicentina è all’avanguardia, per la presenza di sue figlie e di suoi figli, missionari in ogni terra del pianeta. Tuttavia, mons. Cesare Nosiglia auspica una ulteriore “crescita della tensione missionaria nel nostro territorio”. Invita ad andare oltre, “così avremo più preti anche qui e sarà per noi una crescita”. Considera la perla più prezionsa “l’apertura agli altri, senza alcuna paura”.
Il nuovo pastore chiede ancora a san Francesco Saverio “la passione di Cristo per andare oltre: per farsi debole con i deboli, per condividere il vangelo con tutte le creature e, insieme, accogliere i semi del Verbo di Dio in mezzo all'umanità".
"Accettare le tracce di verità che Dio ha seminato in ogni uomo, in ogni cultura. Allora la missione diventa uno scambio di doni: accogliere i missionari che tornano, diventa una ricchezza per le nostre famiglie. Il missionario porta con sé l'esperienza di un'altra chiesa che può aiutare a crescere insieme. Alla fine, più diamo e più riceviamo, per scuotere dal torpore, in una nuova evangelizzazione".
Il sorriso e la preghiera
Mi sia permesso rilevare un particolare del nuovo pastore della nostra diocesi: il suo sorriso, spontaneo, pieno, luminoso, che ti convince. E un altro particolare: alla sua prima celebrazione, nel duomo di Vicenza, ha affermato che di fronte ai numerosi e seri impegni di grande apertura, il primo impegno del vescovo è quello di pregare.
A mons. Cesare Nosiglia il nostro grazie fraterno e figliale benvenuto. Vogliamo anche porgere a mons. Pietro Nonis che ci lascia, il nostro cordiale, affettuoso saluto, riconoscenti per la sua stima e amicizia e per averci spesso onorati della sua incoraggiante presenza.
