Saverio in Giappone, La festa patronale
Padre Luciano, saveriano piacentino, dopo essere stato missionario in Giappone, si è dedicato in Italia al dialogo tra cristianesimo e zen. Attualmente segue la cappellania giapponese a Milano.
Saverio è stato il primo occidentale a inoltrarsi nel Giappone, restandovi due anni. Vi era sbarcato il 15 agosto 1549 sulla “giunca pirata” di un mercante cinese. Nessun capitano portoghese aveva accettato di condurre il santo in Giappone. A guidare il Saverio verso il Giappone era Anjiro, un pirata giapponese fuggito a Malacca per eludere la vendetta dei suoi nemici. Convertito e battezzato con il nome di Paolo, Anjiro fu il primo giapponese cristiano. Aveva confidato al Saverio i suoi sbagli e la pena della sua anima, e il Saverio lo aveva guidato al perdono e alla fede cristiana.
Il santo, il pirata e il monaco
Il monumento eretto al Saverio nel porto di Kagoshima, dove aveva fatto scalo arrivando in Giappone, rappresenta Anjiro che porta il santo sulle sue spalle. È bella l'intuizione che la novità del vangelo per i giapponesi, popolo dotato di tante virtù e finezza umana, è proprio il perdono.
Lo scintoismo, religione del santo vigore della natura, e il buddhismo , religione della pace interiore, hanno educato il popolo giapponese a tante virtù. Tuttavia, quando l'uomo tocca con mano il suo peccato, la virtù da sola non può salvarlo. Anzi, potrebbe trasformarsi in condanna e guidare al suicidio o alle maschere. Il vangelo annuncia invece che proprio il peccatore che si converte - e non i 99 giusti che non hanno bisogno di penitenza - porta la grande gioia nel cielo.
Il Saverio, giunto in Giappone, intesse subito una profonda amicizia con Ninjitsu, un monaco zen di Kagoshima, che in seguito fece la sua testimonianza per la beatificazione del Saverio.
Nuova visione della fede
San Francesco Saverio rimase in Giappone solo due anni. Eppure, bastarono per incidere profondamente nella sua anima alcune nuove visioni della fede cristiana. Porto un esempio. Nel lungo e rischioso viaggio verso il Giappone, il capitano della giunca cinese morì senza aver mostrato alcun interesse verso il battesimo cristiano. Allora il Saverio aveva sentenziato che il poveretto era caduto nell'inferno . Era questa l'idea corrente nell'ambito teologico della chiesa di allora.
In Giappone, il Saverio si rese conto che tanti non battezzati vivevano più onestamente e dignitosamente di molti battezzati . Questa esperienza trasformò le convinzioni teologiche del Saverio e gli dischiuse nuove visioni della via della salvezza. Anche il suo modo di annunciare il vangelo si adattò meglio ai valori culturali dei giapponesi.
Sono convinto che il dialogo tra le grandi religioni sia un cammino stretto, ma fecondo.
Mi ricorda la parabola di Gesù sul seme che, mentre i contadini dormono o vegliano, germoglia spontaneamente e cresce.